mercoledì 28 novembre 2012

Via Panicale

Ci stiamo piano piano trasferendo in via Panicale,
in centro, proprio accanto al mercato di San Lorenzo.

Via Panicale è da sempre una strada caratteristica di firenze.
Ne parla Marasco in due canzoni.
Nella canzone "La Lallera", Marasco dice:
"le ragazze di via Panicale, con le ciocce le spazzan le scale ..."
mentre nella canzone "Via Panicale" parla di una storia d'amore in tempi di miseria.

Via Panicale è diventata la strada degli africani, degli indiani, dei pakistani ...
è questa cosa, devo dire, mi piace.

____________________________

Nella nuova casa non abbiamo praticamente nessun mobile,
però c'è tanto parquet per i bimbi
ed una sala intera dove giocare.
In questa sala stiamo anche facendo molti disegni sulle pareti.
Ogni giorno ne aggiungo qualcuno
ed i bimbi, in particolare Linda, si divertono ad impararli a mente.


Sono ormai varie decine i sostantivi di cui conoscono il significato.
(Alcuni di questi: piccione, cane, bambino, signore, semaforo, macchina, albero, lampione, luce, luna, coccinella, formica, scimmia, cuore, stella, sole, quadrato, cerchio, serpente, foglia, cielo, nuvola, pioggia, ombrello, scale, ringhiera, cassetto, treno, coccodrillo, libro, motorino, mucca, gufo, sedia, zanzara, acqua, latte, pappa, cucchiaio, yogourt, biscotto, mela, computer, telefono, occhio, naso, bocca, orecchio, capelli, lingua, denti, piede, mano, ombelico, cappuccio, fuoco, candela, finestra, maniglia, vetro, campane,  lavatrice, frullatore, ....)
Vedere i bimbi che via via imparano il linguaggio verbale
mi fa meditare su tanti aspetti complessi di questo processo.
Ne parlerò prossimamente.

ciao,
guzman.

lunedì 26 novembre 2012

Tupamaros

Stiamo colorando e disegnando sulle pareti della nuova casa ... Ne parlerò nel prossimo post ...


Il vero motivo per cui non ho scritto in questo periodo
è che all'età che hanno i bambini adesso
a me succedeva qualcosa di estremamente traumatico
che mi segnava per sempre la vita.

Potrei non pensarci,
potrei cercare di far finta di nulla,
potrei capire razionalmente che l'età di Linda e Luca
non c'entra nulla con quello che successe a me a suo tempo.
Ma non posso.
E' più forte di me.
La mia mente gravità intorno a questa questione da settimane
ed affronta una voragine di crisi profonde.

________________________

Sono nato in Uruguay nel 1971.
In quegli anni in Uruguay si stava instaurando una dittatura militare.
Vi era una organizzazione di ribelli che si opponevano alla dittatura
e si facevano chiamare Tupamaros (vedi più sotto la nota storica).

Quando avevo poco più di un anno (almeno cosi credo)
i miei genitori furono entrambe sequestrati dal regime militare (senza processo).
Ho potuto rivedere mia madre solo qualche anno dopo
ed ho potuto rivedere mio padre solo sei anni dopo
(se si eccettuano alcune visite in condizioni penose).

Siamo in italia per questo.
Mio padre è stato cacciato nel momento in cui è stato finalmente liberato.

Ricostruire il rapporto con i miei genitori
è stato un processo penoso e mai veramente riuscito.
Parlare di come andarono i fatti è molto difficile
ed io stesso so molto poco a riguardo.

Il segno profondo di quegli eventi
vibra dentro di me in ogni gesto che faccio.
In ogni azione che compio.

Forse è arrivato il momento di separarmi da questo pesante fardello
ma il dolore, la paura, il senso di solutidine sono grandi.
E poi viene il senso di colpa, la tristezza, il senso di inadeguatezza, ...
Potrei dilungarmi ad oltranza sulle conseguenze psicologiche ma non voglio.

Devo andare oltre.
Devo farlo per Luca e Linda.

_______________________


(Per chi vuol connettere i puntini ...)
(Liberamente tratto da Wikipedia)

I ''Tupamaros'' sono stati un'organizzazione di guerriglia urbana,
attiva in Uruguay tra gli anni 1960 e gli anni 1970.
Il movimento Tupamaro prende il suo nome da quello glorioso dello storico ultimo re Inca, Túpac Amaru II. Le sue origini si collegano all'unione creatasi fra il ''Movimiento di Sostegno al Contadino'' e i membri dei sindacati. Tale unione si irrobustì in stretta correlazione con l'ascesa in Uruguay del potere militare, che approdò poi a una famigerata dittatura repressiva a partire dal 1973.

Secondo il dirigente dell'organizzazione, oggi senatore in Uruguay, la nascita del movimento dei Tupamaros risale al 1965.

Il movimento cominciò, nei primi anni 60, con l'attività di rapina alle banche,
e con l'attacco alle attività imprenditoriali, cui seguiva la distribuzione ai poveri di Montevideo del cibo e dei soldi così rubati.

All'inizio il movimento si astenne da azioni armate e dalla violenza;
miravano a chiarire sempre di essere un movimento politico e non guerrigliero;

Nel 1968, il Presidente uruguyano, nel tentativo di sopprimere
l'agitazione che scuoteva il mondo sindacale,
proclamò lo stato d'emergenza e annullò ogni garanzia costituzionale.
Il governo imprigionò i dissidenti politici,
fece ricorso alla tortura nel corso degli interrogatori di polizia e
represse con brutalità le dimostrazioni di protesta.

Il movimento Tupamaro s'impegnò allora in azioni di sequestro politico, "propaganda armata" e attentati. Di particolare risonanza furono i rapimenti di un potente manager bancario e dell'ambasciatore del Regno Unito, come pure l'assassinio di un agente dell'FBI accusato di aver insegnato tecniche di tortura alle forze di polizia in vari paesi latino-americani.

L'acme del movimento Tupamaro si ebbe nel 1970 e nel 1971.

Durante questo periodo esso fece grande ricorso al "Carcere del Popolo" in cui tenne prigionieri quanti erano sequestrati, sottoponendoli a interrogatori, senza tuttavia ricorrere alla tortura.

Nel 1971 più di 100 Tupamaros arrestati fuggirono dal carcere di Punta Carretas.

Il movimento fu intralciato da una serie di avvenimenti fra cui la controffensiva dell'esercito uruguayano e delle forze di polizia al cui interno era organizzato il famigerato ''Escuadrón de la Muerte'' (Squadrone della Morte),
composto da ufficiali di polizia cui furono concessi ampi poteri per combattere i Tupamaros.

Con le forze di polizia, addestrate dagli stati uniti,
i militari uruguayani dettero il via a una sanguinosa campagna di arresti di massa e di "eliminazioni" mirate che ebbero come effetto la dispersione di quei guerriglieri che non erano stati uccisi o arrestati. Il loro uso della tortura fu particolarmente raccapricciante, e dal 1972 i tupamors cominciarono ad essere severamente indeboliti. I principali esponenti furono incarcerati in condizioni terribili per i successivi 12 anni.

== 1973 ==
Malgrado la minacciosità dei tupamaros fosse notevolmente scemata,
il governo si piegò alle pressioni delle forze armate uruguayane e cedette di fatto il controllo governativo ai militari nel luglio 1973 in una sorta di colpo di Stato senza spargimento di sangue che condusse a una repressione ancora più violenta contro la popolazione e alla soppressione di tutti i partiti politici.
Il mese seguente, i Tupamaros formarono la Giunta Coordinata Rivoluzionaria con altri gruppi della sinistra politica che conducevano azioni di guerriglia urbana.
L'anno seguente, vari regimi dittatoriali sud-americani risposero con una campagna internazionale di contro-guerriglia.

== Dal 1973 al 1985 ==
I militari catturarono i dirigenti tupamaros che furono incarcerati in condizioni di atroce disumanità, di continua  tortura, cercando di impedir loro qualsiasi comunicazione e sotto la minaccia di esecuzione nel caso una qualsiasi azione fosse stata portata a compimento dai tupamaros, di qualsiasi natura essa fosse

== Epilogo ==
Dopo che la democrazia fu restaurata in Uruguay nel 1985, i Tupamaros tornarono alla vita pubblica come parte di un partito politico, (Movimento di Partecipazione Popolare).
Nel 1989 furono ammessi nella coalizione politica che comprende i maggiori raggruppamenti di sinistra del Paese.

Dopo la vittoria elettorale della sinistra nel 2004, due antichi militanti dei Tupamaros, sono diventati presidenti delle due Camere e nel 2009 uno dei vecchi leader del movimento viene eletto presidente dell'Uruguay.




Un mio pensiero a riguardo.

Penso che la rabbia e la voglia di combattere le ingiustizie
(specialmente se vistose e gravi)
spieghi la nascita di movimenti di guerriglia 
e renda comprensibile l'istaurarsi di posizioni ideologiche
che difendono l'uso della violenza come arma di rivolta.

Penso che agli uomini (nel senso di esseri umani di sesso maschile) 
possa capitare di sognare rivoluzioni
o di voler essere dei rivoluzionari 
anche rischiando la propria vita.

Penso però che la vera trasformazione del mondo
avviene proteggendo i bambini
e difendendo i loro sogni.
Per cui forse, per fare i rivoluzionari e meglio essere soli .


















giovedì 22 novembre 2012

Troveremo ...

Scrivere è diventato quasi impossibile.
I tempi liberi sono pressoché nulli.
Linda e Luca sono diventati bambini e le dinamiche che si instaurano nel rapporto con loro
sono molto più complesse rispetto al primo anno di vita.
Per cui parlare di tali dinamiche diventa difficile.
E per certi versi parlarne sembra anche scorretto perché si tratta di un fatto personale tra di noi.

Stanno cambiando gli orari del sonno.
Sono spesso sfasati nel dormire.
E' arrivata anche una forte dose di negativismo del seconodo anno di vita.

Mantenere una qualche rotta è un'impresa ardua per cui è più semplice rinunciarci
e si spera anche più sano.

Tuttavia sono certo,
tornerò a scrivere ed a fare foto.
E troveremo periodi più goduriosi.

____________________

L'anno scorso di questi tempi avevo scritto vari post importanti:

Il bambino muto
...
Forse c'era Rabbia dentro di te, forse ...
ma caro il mio Amico Muto di sicuro non c'era odio .

...
[leggi]



In tema con la questione dello scrivere ...

Perché scrivo
...
Scrivo in realtà per Luca e Linda.
Ma non nel modo ovvio che ci si potrebbe aspettare
che sarebbe quello di fargli leggere queste cose un giorno.
No.
...
[leggi]

Lezione 1
...
I bambini sono diversi da ciò che si è pensato
ed hanno comportamenti diversi da quelli che si erano immaginati.

...
[Leggi]
I cubi in casa sono ovunque (perché mi piacciono) ...
e proprio ieri Luca ha imparato, da solo, a girare una singola faccia sul cubo 2x2x2.


 



domenica 18 novembre 2012

Idilliaco ?

Idilliaco ?
Tutt'altro.
Il primo anno di vita di un bambino è tutt'altro che un idillio.
E' poesia, senz'altro.
Ma è anche, per il bimbo, lotta.
Trasformazioni del corpo, mal di pancia, raffreddori, influenze, denti che nascono, malesseri ...
Ricerca, tentativi di comprensione del mondo e degli altri esseri umani ...
Formazione del cervello e delle prime immagini, rafforzamento della muscolatura ...
Cambi di postura, scoperte, fallimenti, dolori ...
Prime conquiste verso l'indipendenza, tentativi di affermazione di se stessi ...

Nella nostra società si parla poco, mi pare, di tutti questi processi.
E c'è la tendenza a dipingere un primo anno di rose, fiori e bacini.

Non è così.

Il primo anno è lotta.
Il primo anno è conquista.

______

Linda Oggi:


Linda un anno fa:


Altre foto di oggi.



venerdì 16 novembre 2012

Una lunga nascita ...

Oggi è Maria Carla che scrive.
[Come era avvenuto negli stessi giorni un anno fa]


Linda e Luca un anno fa sarebbero dovuti stare ancora in pancia, con me,
invece erano al mondo da più di un mese.
Avevano già visto la luce, sentito le nostre voci, percepito il nostro abbraccio,
erano già stati maneggiati da tanti dottori, avevano già dovuto lottare per riuscire a respirare e mangiare.
In qualche modo ora mi sento come un anno fa:
è nato qualcosa di nuovo, ma ancora è in formazione, in trasformazione.

Poteva essere una nascita come le altre, con un forte grido e un primo respiro,
ma invece è stata una nascita lunga e delicata.
Non c'è un solo grido, ce ne sono molti, non c'è un solo pianto,
non c'è solamente una volta la sensazione di iniziare a respirare.
E' una nascita lenta.

mc

 __________

Scrive Guzman.

Un anno fa.
In questi giorni l'anno scorso scrivevo questo post per noi importante:
Perché due.
...
E le difficoltà rispettive
erano diventate nel tempo
blocchi ghiandolari ed ormonali
che ci portavano, entrambe,
ad avere problemi per avere bambini.

...
[Leggi]


In questo periodo facciamo fatica a fare fotografie ...
facciamo fatica con tutto a dire il vero ...

ciao,
guz e mc.

domenica 11 novembre 2012

Un passo avanti - Tanti appunti - 34



Michelangelo
In questo primo anno ho lavorato a levare.
Levare da me stesso gli strati di identificazioni malate.
Mi ci ha costretto Linda.
Con frustrazioni continue.
Levare. Come diceva Michelangelo: bisogna levare per trovare la scultura nascosta nella pietra.
E' li che attende. C'è sempre.

Analisi
E' possibile fare analisi
recependo le frustrazioni a cui sottopone un bimbo ?
Non so se sia giusto, penso di si, in ogni caso così è stato per me.
Ho fatto analisi, tanta analisi, di me stesso,
delle mie dinamiche, della mia realtà interna.
Ho fatto analisi e ho affrontato la malattia del passato
ascoltando i momenti in cui i bambini frustrano
i nostri modi di fare.
Non è facile, bisogna avere estrema fiducia nella loro sanità.
Ed allo stesso tempo bisogna continuare ad essere presenti,
totalmente presenti, alle loro esigenze.
Qualche sbavatura c'è stata,
ma alla fine credo che in qualche modo
fare questa analisi fosse anche un modo di rispondere alle loro richieste.
Potevo fare finta di nulla.
Potevo tirare a dritto.
Potevo fingere.
Mi è venuto invece naturale rischiare.
Buttarmi in una destrutturazione totale
per poi forse provare a rimettere i cocci.


La schiena insieme
Ci siamo fatti la schiena insieme.
Io e Linda.
Ho imparato e tenere la schiena ben diritta
per portare Linda con me e mostrale il mondo,
per affrontare il mondo.


Si è rinforzata la mia schiena. Come non mai.
E mentre io tenevo,
Linda raddrizzava la sua.
Si apriva piano piano.
Alzava la testa.
Alzava gli occhi.

Ci siamo fatti la schiena insieme.


Dietro la nuca
Linda, come Luca, porta gli oggetti con due mani dietro la nuca.
Proprio nel punto dove non possiamo vedere.
Il punto dove c'è il vuoto se le separazioni avvengono con annullamento.
Il punto che invece si riesce ad immaginare se le separazioni avvengono con affetto.

C'è un chiaro nesso tra scoprire la nuca
e non fare le separazioni con annullamento.
Se le separazioni avvengono con annullamento, senza ricordo, senza affetto ...
allora il punto dietro la nuca diventa il posto dei fantasmi e non lo si riesce più a raggiungere.
Se le separazioni avvengono con ricordo ed affetto ...
allora il punto dietro la nuca diventa un posto immaginabile a cui è possibile accedere
anche se non si vede.

Il volto, in prima approssimazione, nei sogni e nella fantasia dei neonati
è un triangolo: occhi-bocca.
Se si riesce a scoprire il punto dietro la nuca
il volto assume una terza dimensione, diventa un tetraedro:
occhi-bocca-pensiero.

Le espressioni del volto non sono maschere.
Sono appunto modalità di espressione del pensiero invisibile che c'è dietro.


Lo spazio adulto

Nel mio comportamento mi faccio totalmente guidare da ciò che mi va.
Inutile gestirsi e diventare razionali, perché in tal caso si diventa anche astratti.

Da mesi io e Maria Carla abbiamo vissuto per terra:
gattonando, strisciando, rotolandosi, mangiando, dormendo ... nello stile dei bimbi.
Gattonavamo insieme a loro, scoprivamo il mondo insieme a loro.

Da un po' di tempo, abbiamo notato, abbiamo ripreso, un pochino,
a camminare.
Ed il motivo è che i bimbi, adesso che stanno in piedi,
hanno scoperto lo spazio adulto e vogliono vederlo:
cucina, tavolo, pranzo, sedie, ... e noi che camminiamo.

Topologia
La topologia è la branca della matematica che studia le proprietà
delle figure che non dipendono dalla loro forma e dalle misure.
Per esempio: una sfera continua ad avere un dentro ed un fuori
anche se la si deforma, la si stira, la si allunga, la si contorce.  Purché non la si rompa.

La topologia è di gran lunga più importante in matematica della geometria.
Ed a scuola se ne fa poca solo perchè i programmi sono vecchi e stupidi.

Ebbene. I bimbi di 1 anno fanno molta più topologia che geometria.
Sono per esempio in grado di farsi una mappa della casa:
una mappa topologica e non geometrica.
Sono sicuro che queste sono per loro le mappe delle case di via Panicale e via Angelico:
Non hanno nessun interesse per loro le misure.
Quel che conta sono le connessioni tra le camere, come in una mappa del metro.

I bimbi di un anno cominciano a lavorare con i concetti di dentro e fuori
giocando con cestini, scatole, anelli da infilare. E anche questi sono concetti topologici.

(Luca in particolare ha capito la parola "dentro"
e se gli si chiede di farlo mette le cose dentro al cestino).

Negativismo
Ci dicono, i libri, che il secondo anno è l'anno del negativismo:
i bimbi tendono, in certi momenti, a vedere le cose in maniera negativa.
Si arrabbiano, si piccano, si impuntano, strillano.
Pare che sia collegato al fatto di camminare e di trovare una prima importante indipendenza.
Pare anche che se questa fase non c'è, le ripercussioni sono peggiori negli anni successivi.

Non so perché ma la cosa non mi spaventa.
Anzi mi incuriosisce.
E cenni di negativismo credo che si avvertano già.
_____

Ora che ci penso mi viene da collegare il negativismo al pensiero:
"Io rifiuto quindi sono; so dire no!".

Il "no" che nasce voltando la testa per rifiutare la poppa o il biberon
quando non se ne vuole più ... diventa il "no" della separazione
per la ricerca dell'indipendenza.


Riconoscere linee
E' incredibile la capacità dei bimbi di riconoscere figure.
Una macchina può essere disegnata nel peggiore dei modi
eppure loro la riconoscono.
Credo, e non è un pensiero mio, che la capacità di astrazione che porta a riconoscere
l'oggetto anche quando raffigurato con poche linee
sia collegata al concetto di separazione.
Le separazioni ben riuscite definiscono la propria identità,
in primis come linea di demarcazione da tutto ciò che è altro.
Questa linea della mente diventa poi linea sul foglio:
il primo segno diritto che disegniamo [e non ditemi che si scrive senza i]
e l'immagine di noi stessi. Come "I" in inglese o come la "I" di io.

Sempre qualcosa in mano
Da mesi e mesi i nostri bimbi hanno sempre qualcosa in mano.
Non c'è momemto della giornata che non stiano manipolando un qualche oggetto.
Questo è anche uno dei nostri metodi per cambiarli:
basta dargli qualche oggetto da studiare che cambiarli diventa molto più semplice.
Ultimamente l'attenzione sta passando dagli oggetti ai meccanismi
per cui dobbiamo trovare oggetti più interessanti da dare loro durante i cambi.

Meccanismi
Dicevo.
Ultimamente l'attenzione dei bimbi sta passando dai semplici oggetti ai meccanismi.
Per mesi hanno manipolato e ciucciato ogni tipo di oggetto.

La lingua, le labbra, la bocca e le mani sono state allenate duramente per mesi.
Hanno ciucciato e manipolato di tutto.
Credo che questo abbia un grande valore.
Sanno capire se un oggetto è duro o morbido, ruvido o liscio, sottile o spesso, ...
E tenendo piccoli gli oggetti in bocca hanno imparato anche a controllare i movimenti della lingua.

Adesso cercano invece di capire come funzionano gli oggetti:
scatoline, ganci, cerniere, ...

Mi è venuto allora naturale provare a classificare alcuni tipi di meccanismi
con i quali giocano:

- oggetti che ruotano intorno a un asse
- oggetti che si spostano su ruote
- bottoni che, elettricamente, azionano qualcosa
- pulsanti che se premuti fanno, meccanicamente, ruotare o muovere qualcos'altro
- cerniere di porte o cerniere di libri con pagine grosse
- cerniere lampo
- oggetti che si incastrano tra loro come i pezzi del lego. Sia Linda che Luca hanno imparato a sganciare i pezzi del lego e provano a riagganciarli.


In questa attenzione per la topologia e per i meccanismi ci vedo anche
l'insorgenza delle capacità logiche.

Dualismi
Sta nascendo anche l'interesse per i dualismi:
dentro-fuori, acceso-spento, si-no, do-prendo.

I mostri
Avevo scritto tempo fa una cosa sulla scuola.
La rimetto con un motivo preciso:
La classe è un mostro.
La classe si muove, respira, si agita, chiede, esige, si arrabbia, si calma, si gira, si rigira, si contorce, accetta, si rifiuta, si divincola, ... e poi ancora: la classe pensa, intuisce, approva, disapprova, lavora, ride, ascolta, scopre, dice di si, dice di no. La classe è un mostro strano, con molte teste, con molte bocche, con molte braccia. La classe è un mostro strano; se lo liberate può fare cose strane. Io penso: la classe è un mostro strano ma bello ed intelligente; non ho paura a dargli spazio.


Mi veniva in mente di parafrasarlo così:

I bambini sono mostri.
Il bambino si muove, respira, si agita, chiede, esige, si arrabbia, si calma, si gira, si rigira, si contorce, accetta, si rifiuta, si divincola, ... e poi ancora: il bambino pensa, intuisce, approva, disapprova, lavora, ride, ascolta, scopre, dice di si, dice di no. Il bambino è un mostro strano, con tanti pensieri, con tanti interessi, con molte braccia. Il bambino è un mostro strano; se lo liberate può fare cose strane. Io penso: il bambino è un mostro strano ma bello ed intelligente; non ho paura a dargli spazio.
i bambini come mostri, disegno di Samuele


Non sta bene !!! 
Sono molte le azioni che non vengono lasciate fare ai bimbi;
spesso con la scusa dell'igiene o del pericolo
ma in realtà con il pensiero che tali azioni non stia bene farle.

Rotolarsi per terra, non sta bene.
Mettere le foglie in bocca, non sta bene.
Giocare col fango, non sta bene.
Mettere i gessi in bocca, non sta bene.
Sporcarsi i vestiti, non sta bene.
Stare scalzi, non sta bene.
Strisciare per terra, non sta bene.
Piastricciare con il mangiare, non sta bene.
Arrampicarsi al lampione, non sta bene.
Mettersi la terra sulla testa, non sta bene.
Salire lo scivolo al rovescio, non sta bene.
Correre in piazza, non sta bene.
...

Poi un giorno ...
i genitori che hanno imposto per bene tutte le loro regoline,
fanno una scoperta tragica.

Il bimbo non sta bene.

Senza contenimenti
Con Luca e Linda abbiamo scelto una strada un po' estrema:
fare tutto, o quasi, senza contenimenti.
Vogliamo che siano liberi di fare e muoversi come vogliono.

Quindi niente seggiolone, niente sdraiette, niente lettino con sponde,
niente ovetti (andiamo in autobus), niente vasche speciali per il bagno, ...

La pappa per esempio si fa su una tovaglia incerata per terra
(visto che ancora non sanno sedersi su una sedia)
e sono liberi di iniziare e smettere quando vogliono.
Ci sono stati momenti difficili con la pappa,
specialmente per noi genitori
ma poi, anche grazie al supporto dei dottori,
abbiamo continuato ed abbiamo visto che funziona.
L'atto del mangiare è una scelta loro che devono poter gestire liberamente.
Più fiducia gli si dà e meglio vanno le cose.
Ovviamente sono anche liberi di usare le mani
e fare esperimenti ...

Il letto invece è un materasso per terra e sono liberi di andare a dormire
o di uscire dal letto quando vogliono.

Ovviamente questo comporta un'attenzione maggiore
ma pensiamo che dia loro la possibilità di imparare molto.

Non solo. L'idea di contenere i bambini
richiama troppo l'idea di contenere i mostri interni
o comunque l'idea di adeguare i bambini alla comune razionalità.
Capisco ovviamente che si debba stare attenti a che i bimbi
non si facciano male.
Ma non credo ci sia nessun mostro da contenere:
l'irrazionalità e la fantasia dei bimbi è sanissima.

Ancora su negativismo e contenimento
Il negativismo di cui parlavo prima si collega anche
alla richiesta dei bimbi di ricevere presenza psicolgica dai genitori.

La richiesta di presenza arriva forte e chiara.
Ed ogni sbavatura viene vista come una carenza.

Quindi più che contenimento, credo,
si deve proporre presenza psicologica, lucidità, conduzione.

Manipolazioni
Vediamo avvolte genitori che manipolano i bimbi con l'intento
di ottenere un preciso gesto o comportamento dal bimbo.
Manipolare il corpo di un bimbo, muovergli le mani o le braccia
credo sia errato. I bambini imparano da soli: per tentativi o per imitazione.
Non per manipolazione.

Saper aspettare
Via via che Luca e Linda migliorano le loro abilità nello stare in piedi,

mi rendo sempre più conto quanto sia errato non lasciare che un bimbo impari a camminare da solo.
Lasciandoli fare da soli hanno modo di mettere a punto
decine di movimenti ed abilità. Vedo arricchire il loro repertorio ogni giorno,
impossibile descriverlo.
Si tratta di un processo bellissimo:
dalle prime volte che tentano di alzarsi arretti ad un sostengo,
a quando cominiciano a tentare di camminare appoggiati ad un muro,
a quando stanno in piedi per un pochino da soli ...
a quando .... (lo devo ancora vedere).

La nostra giornata in questo periodo
7:30 sveglia
7:30 - 10:30 giochi e libri
10:30 - 11:30 nanna
11:30 - 12:00 pappa
12:00 - 14:00 giochi al parco
14:00 - 14:30 si va in via panicale (dove ci trasferiremo a breve)
14:30 - 15:30 giochi in via panicale
15:30 - 17:00 nanna
17:00 - 17:30 pappa
17:30 - 18:30 giochi in via panicale
18:30 - 19:00 si torna a casa
19:00 - 20:30 giochi e libri a casa
20:30 - 21:00 addormentamento
21:00 - 7:30 nanna con due o tre biberon di latte.

Pensare troppo
A volte ho paura di pensare troppo.
Di diventare troppo razionale.
Considerate per esempio che nonostante tutto quello che ho scritto oggi
il mio elenco di appunti di cui vorrei trattare è ancora lunghissimo.
Però, quando i pensieri fluiscono lisci e lucidi, so che pensare è sano.
{Questo appunto è un metapensiero, è questa nota è un metametapensiero ...}

Ilaria
Mi scrive Ilaria, mia alunna di 4 anni fa:
Ciao Guzman! Vedo con piacere che i tuoi bambini sono bellissimi e tu e Maria Carla siete stuupndi!!
Oggi ho rivisitato il tuo blog, perchè?
Facendo i miei compiti a casa, mi é capitato un testo da scrivere, in cui mi si chiede di parlare e di descrivere di un professore incontrato nel mio percorso scolastico che abbia arricchito in modo particolare la mia umanitá. Ecco, io ho scritto di te. Ho scritto di quanto sia stato bello passare un anno studiando la matematica come ce la insegnavi tu, di quanto ti piacesse spiegarci le cose e di quanto fosse bello imparare la matematica anche giocando, come si sa io non sono mai stata una cima in matematica e non mi era nemmeno mai piaciuta, ma quell'anno, mi è piaciuta davvero. Hai arricchito la mia umanità perchè mi hai insegnato che anche quello che non ci piace fare, facendolo in modo diverso dal normale può piacere, e ti ringrazio e ti ringrazierò sempre per questo! Un bacione a tutti, tu maria carla e gli splendidi gemellini! Ilaria.
Ciao Ilaria. Grazie mille.

Crisi 2 giorni prima
Ci capita spesso di essere in crisi, come genitori,
per qualcosa comportamento che vorremmo vedere e che invece non c'è.
La cosa curiosa è che di solito le crisi arrivano
2 giorni prima che compaia il comportamento desiderato.
Probabilmente lo avvertiamo arrivare inconsciamente !
Mi pare interessante, bello e curioso come fatto.


_____________________

E con questo megapost mi sono tolto un po' la voglia di provare
a mettere per iscritto vari pensieri. Niente foto nuove però.






sabato 10 novembre 2012

Inizia il secondo anno a casa.

L'anno scorso abbiamo passato il primo mese di vita di Linda e Luca in ospedale.
Un mese esatto.
Poi il 10 Novembre siamo potuti andare a casa.
Oggi quindi inizia il nostro secondo anno a casa con Linda e Luca.
__

Le nubi si diradano.
Gli animi si accendono.
I rapporti si rafforzano.
Le dinamiche si delineano.
Abbiamo visto le coste.
Ci siamo fermati un attimo.
Ma siamo subito ripartiti per un altro giro.
Secondo anno.
Si mollano gli ormeggi.
Ci si lascia andare.
Senza più sapere.
Senza più calcolare.
Ma forse con più saper fare.
Con nuovo coraggio.
Con nuovi venti.
Con nuove mete.
Con un tepore piacevole nel cuore.


Un anno fa

giovedì 8 novembre 2012

Più sotto.

C'erano tante scatole e sassi ammucchiati.
Decisi di mettere ordine.
Di toglierle tutte. Di liberarmene perché davano solo noia.
Bloccavano i pensieri.
Mi misi li con calma e con voglia.
Mi sentivo fiero.
Non ci volle molto e le tolsi tutte.

Adesso tutto sembrava andare meglio.
C'era una bella superficie liscia su cui ricominciare a costruire.
Attesi un po'.
La osservai.
Vidi che la superficie liscia aveva un bordo,
leggermente sbocconcellato.
Guardai più in basso.
E mi resi conto che la superficie liscia
era in realtà il sopra di un grande masso.

Mi sporsi a guardare giù per avere una visione d'insieme.
E scoprii che il grande masso era solo la cima di un grande cumulo di massi.

Avevo ancora energie, voglia e convinzione.
Decisi che piano piano avrei potuto togliere anche il cumulo di grandi massi
per trovare la nuda terra in cui piantare nuovi semi.

Fu un lavoro lungo, faticoso e penoso.
I massi erano difficili da smuovere.
Erano pesanti ed incastrati.
Dovevo saltare e fare grandi sforzi.
A volte riuscivo a fare in modo che i massi facessero leva tra di loro
in modo da scalzarne alcuni grazie ai movimenti di un altro.
Era soddisfacente quando riuscivo a farli rotolare giù
e li vedevo poi sparire ai bordi del dirupo terroso su cui poggiava tutto il cumulo.

Non fu un lavoro di giorni come avevo sperato,
nè di mesi. Ci vollero anni.
Qualche volta mi persi un po' d'animo.
Ma nel complesso continuai ad andare avanti con una certa costanza.

E venne il giorno che mi trovai sulla terra.
Un po' secca a dire il vero. Ma terra, finalmente terra.
Era una specie di grande altopiano con intorno pareti verticali.

Andai fino al bordo e guardai giù .... !!!!

Alla curiosità fecero subito seguito lo sgomento e gli interrogativi.
L'altopiano era in realtà un enorme cumulo di macerie stratificate
sulla cui cima si era depositato uno strato di terriccio.
Il vero terreno vergine e fertile era un centinaio di metri più in basso.

Con le nude mani spostai terra, sassi, macerie per decenni ...


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[forse seguirà]
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Quando eravamo ai giardini un ragazzo ed una ragazza che stavano facendo delle
foto ci hanno chiesto se potevano fotografarci con i bimbi.
Siamo stati lieti di accettare.
Adesso Vane e Diego ci hanno mandato le foto che hanno scattato.
Sono bellissime.
Eccone una:




Un anno fa:

ciao,
guzman.

mercoledì 7 novembre 2012

Infinite Tempeste.

Le settimane scorse sono state probabilmente il momento più difficile della mia vita.

Ci siamo trovati al centro di infinite tempeste.
Tempeste ormonali.
Tempeste umorali.
Tempeste psicologiche.
Tempeste materiali.

Il 3 Novembre dell'anno scorso Linda usciva dalla terapia intensiva.
L'allentamento della tensione psicologica mi sta arrivando solo adesso.
Ho tenuto duro, per come potevo, per tutto l'anno.
Ma adesso, quando ho visto le coste vicine, mi sono sentito che potevo mollare
e, senza più sapere perchè, ho pianto a dirotto le notti e le mattine.

Luchino.
1698 grammi dopo quasi un mese :)
Ci sembrava già grande.


L'anno scorso quando Linda era in terapia intensiva
passavo le giornate al Meyer; poi alle 11 me ne dovevo andare perché non facevano più stare,
ed ero costretto a lasciarla sola per la notte. La notte la passavo al Niccheri con Luca e Maria Carla.
Sono convinto che a Linda è rimasto il segno di quel periodo.
Tutte le sere alle 11 si sveglia, da sempre, e chiede conferma del fatto di non essere sola.
Poi torna a dormire.

finalmente di nuovo insieme

Quando Linda è tornata a stare nell'altro ospedale insieme a Luca ed alla mamma,
avevo scritto questo post che voglio rimettere:

3 Novembre 2011
Linda è di nuovo con Luca, mamma e me.



E' stato bellissimo vederla tornare.
Riportarla.

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C'erano montagne russe,
percorsi difficili,
guerrieri mascherati,
nemici invisibili,
nemici microscopici.
C'erano lunghe ore di attesa,
processi lenti,
donne alleate vestite di celeste,
uomini alleati vestiti di bianco.
C'era la nostra roccaforte, di vetro,
il fossato invalicabile.
C'erano nemici mascherati da amici.
Abbiamo lottato per giorni.
Abbiamo combattuto, con calma.
Abbiamo visto tutte le difficoltà,
tutti rischi.
Abbiamo lasciato che gli alleati
ci infondessero una sostanza magica nel corpo
e che la sostanza magica
ci desse la forza di superare distese sterminate.

Grazie agli alleati
ce l'abbiamo fatta.
Io sono sempre stato li,
12 ore al giorno, quelle permesse,
come sentinella.

Ho dato l'allarme quando necessario.
Ho segnalato quando le difese era deboli.
Ho supportato la battaglia quando i nostri erano forti.

Ho parlato.
Ho sorriso.
Non ho mai mostrato la paura e il pianto interno
per non abbassare l'umore della guerriera.

L'ho riportata.

Grazie Linda.
Grazie Meyer.

guzman.

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E questa era la prima tempesta che scuoteva l'animo e le viscere.
E' stata, come ha detto Maria Carla, una specie di depressione post partum in ritardo.
Prima non potevamo concedercelo.
Adesso sappiamo che non era delirio il nostro sforzo.
Sappiamo per certo che abbiamo dovuto affrontare una sofferenza particolarmente acuta.
Abbiamo superato un passaggio quasi impossibile.
Sempre trattenendo il fiato.

Un'altra tempesta riguarda il nostro passato.
Si dice che nel vedere un bimbo crescere uno rivive le esperienze che ha vissuto a quell'età.
E, senza voler essere stupidamente freudiano,
credo che ci sia qualcosa di vero.
Le mie esperienze di quando avevo un anno sono particolarmente dure
ed il fatto che i bimbi hanno compiuto un anno
mi fa sentire che devo rielaborare questioni antiche
su cui si è poi fondata la mia stessa identità.
Devo in particolare rielaborare questione di attaccamento mancato
per problemi materiali ... di cui forse parlerò un'altra volta.

E mi rendo conto che il mio scrivere si fa farraginoso
ma è già tanto che scrivo. Preferisco far vivere il blog anche quando non scrivo bene.

E poi ... altre tempeste meno irruente di cui forse dirò poi.

a presto,
guzman.

[E' difficile fare foto in questo periodo.
Ma ho delle foto speciali per domani.]





venerdì 2 novembre 2012

Lo stretto di Bering dell'anima.

Lo stretto di Bering dell'anima.

E' stato un anno difficile.
Un anno tutto in apnea.
Ce l'abbiamo messa tutta.
Abbiamo affrontato qualcosa di importante.
Abbiamo affrontato qualcosa di estremamente delicato.
La formazione delle immagini interne.
La formazione dell'immagine interna di se stessi.
L'io.
L'identità.

Abbiamo affrontato tutto questo nonostante le difficoltà.
Grosse difficoltà.
Abbiamo nuotato in acque difficili.
Abbiamo tentato di attraversare lo stretto di Bering.
Lo stretto di Bering dell'anima,
laddove si fa la differenza tra la riuscita ed il fallimento,
tra la separazione con annullamento
e la separazione con ricordo ed affetto.
Laddove nasce la linea che dice chi siamo.

Stiamo ancora nuotando.