Ancora no.
Ancora non sono guarito del tutto.
L'operazione non ha tutto risolto.
Dovrò fare anche la chemioterapia.
E il mondo cambia.
I colori sono più accesi.
Tutto è bellissimo.
E torna su una sensazione antica, di bambini:
il mondo è più grande di me,
tutto è più grande di me.
Io nulla posso se non lasciarmi condurre
e lasciarmi aiutare.
E il senso delle cose cambia.
Ciò che era grave non lo è.
Ciò che non si voleva fare, si fa.
Ciò che non si voleva affrontare, si affronta.
E ci si consola per il fatto di non avere colpa.
Ci si consola nel poter mollare,
ci si consola nel non dover più portare tutto il carico.
Perché è troppo, perchè non serve più.
Ma non è solo tristezza.
Anzi, stranamente,
ancora una volta,
avverto un senso di separazione e nascita.
Come quando da bambini si scopre
qualcosa di totalmente nuovo.
E lascio che sia.
_____________
ciao,
guzman.
venerdì 21 febbraio 2014
giovedì 20 febbraio 2014
martedì 18 febbraio 2014
sabato 15 febbraio 2014
giovedì 13 febbraio 2014
martedì 11 febbraio 2014
Più belli che mai.
Il flusso va. Le parole fluiscono. Ed allora racconto.
Racconto che abbiamo pagato. Pagato tanto. Pagato tutto o quasi.
Pagato la nostra ingenuità. Pagati gli anni di esperimenti.
Pagati i nostri errori e quelli dei nostri genitori.
Pagata la mia follia di voler prendere tutto di petto.
Pagata la sua, di lei, follia di voler prendere tutto di petto.
Fin da ragazzini.
Quando scopri che esiste un'interazione con l'altro sesso che non è solo di amicia.
E, a voler prendere tutto di petto, cerchi la storia bella,
la storia che soddisfa, la storia di vero amore e gioia di vivere.
E magari resti solo, oppure provi e non funziona. Ed affronti le delusioni.
E magari avresti voluto avere una immagine di te, quella interna, migliore di così
per reggere al rapporto con l'altro sesso, per reggere alle delusioni della vita.
Ed invece l'immagine è quella che è e può succedere che ti ammali.
Ti ammali nel non trovare intesa, risonanza, soddisfazione del desiderio.
Poi, se riesci, tieni duro per anni. E stai già pagando.
Rinunci a tanto. Aspetti. Cerchi ancora quel rapporto che soddisfa.
Provi a inventarlo, a costruilo. Con i tentativi di anni, col sudore della sofferenza
che s'impregna più di quello della fatica fisica.
E magari intravvedi una possiblità di riuscita, foss'anche parziale.
E persisti.
Ma non è facile e paghi ancora.
________
Ora ci sono Linda e Luca.
E ci siamo impegnati a più non posso. Ce l'abbiamo messa tutta.
Perchè ci tenevamo più di ogni altra cosa al mondo.
Chi non ha vissuto da vicino cosa significano i primi anni di due gemelli prematuri
non ha la minima idea di cosa può essere.
E' stato, fino a qui, un impegno quasi disumano.
Ora che le difficoltà cominciano a diminuire posso raccontarlo:
affrontare le irrequietezze interne di chi ha sofferto nei primi mesi di vita
è qualcosa che può spezzarti.
Alla fantasia di sparzione, alla frammentazione della linea, alla scomposizione dei tratti, ...
bisogna opporre costanza della presenza fisica e soprattutto psichica,
coerenza della linea e dell'immagine, corenza dei tratti del volto e della voce
con il senso del pensiero. Sempre, notte e giorno. E non c'è molto margine per gli errori.
Ogni errore allunga il processo e così è stato per noi che ne abbiamo fatti molti.
Fino a pochi mesi fa i bimbi si svegliavano anche 6-7 volte ciascuno a notte.
Adesso stra sopraggiungendo la calma e la fiducia e si svegliano 2-3 volte ciascuno
cosa che per noi è un sogno e dormiamo molto meglio.
___
Abbiamo pagato. Abbiamo pagato anche il sonno, la stanchezza, lo stress.
Abbiamo pagato a lungo.
Adesso però li stiamo vedendo sbocciare
più belli che mai.
Racconto che abbiamo pagato. Pagato tanto. Pagato tutto o quasi.
Pagato la nostra ingenuità. Pagati gli anni di esperimenti.
Pagati i nostri errori e quelli dei nostri genitori.
Pagata la mia follia di voler prendere tutto di petto.
Pagata la sua, di lei, follia di voler prendere tutto di petto.
Fin da ragazzini.
Quando scopri che esiste un'interazione con l'altro sesso che non è solo di amicia.
E, a voler prendere tutto di petto, cerchi la storia bella,
la storia che soddisfa, la storia di vero amore e gioia di vivere.
E magari resti solo, oppure provi e non funziona. Ed affronti le delusioni.
E magari avresti voluto avere una immagine di te, quella interna, migliore di così
per reggere al rapporto con l'altro sesso, per reggere alle delusioni della vita.
Ed invece l'immagine è quella che è e può succedere che ti ammali.
Ti ammali nel non trovare intesa, risonanza, soddisfazione del desiderio.
Poi, se riesci, tieni duro per anni. E stai già pagando.
Rinunci a tanto. Aspetti. Cerchi ancora quel rapporto che soddisfa.
Provi a inventarlo, a costruilo. Con i tentativi di anni, col sudore della sofferenza
che s'impregna più di quello della fatica fisica.
E magari intravvedi una possiblità di riuscita, foss'anche parziale.
E persisti.
Ma non è facile e paghi ancora.
________
Ora ci sono Linda e Luca.
E ci siamo impegnati a più non posso. Ce l'abbiamo messa tutta.
Perchè ci tenevamo più di ogni altra cosa al mondo.
Chi non ha vissuto da vicino cosa significano i primi anni di due gemelli prematuri
non ha la minima idea di cosa può essere.
E' stato, fino a qui, un impegno quasi disumano.
Ora che le difficoltà cominciano a diminuire posso raccontarlo:
affrontare le irrequietezze interne di chi ha sofferto nei primi mesi di vita
è qualcosa che può spezzarti.
Alla fantasia di sparzione, alla frammentazione della linea, alla scomposizione dei tratti, ...
bisogna opporre costanza della presenza fisica e soprattutto psichica,
coerenza della linea e dell'immagine, corenza dei tratti del volto e della voce
con il senso del pensiero. Sempre, notte e giorno. E non c'è molto margine per gli errori.
Ogni errore allunga il processo e così è stato per noi che ne abbiamo fatti molti.
Fino a pochi mesi fa i bimbi si svegliavano anche 6-7 volte ciascuno a notte.
Adesso stra sopraggiungendo la calma e la fiducia e si svegliano 2-3 volte ciascuno
cosa che per noi è un sogno e dormiamo molto meglio.
___
Abbiamo pagato. Abbiamo pagato anche il sonno, la stanchezza, lo stress.
Abbiamo pagato a lungo.
Adesso però li stiamo vedendo sbocciare
più belli che mai.
mercoledì 5 febbraio 2014
Il film ... pensieri.
Oggi che la troupe è andata via sono vari i pensieri.
Una certa nostalgia come per un viaggio finito.
Un certo dispiacere nel sapere che in ogni caso il film non aggiusterà il passato.
Però credo di aver fatto bene a partecipare con la mia testimonianza.
Raccontare quant'è dura la vita per i figli degli esiliati
e tutti i problemi che questo comporta mi pareva avesse un valore.
Il solito anonimo mi chiede nella solita maniera sgarbata
se non mi sono posto il problema di esporre Luca e Linda
ad una cosa più grande di loro e mi dice anche che io mi sono fatto strumentalizzare.
Me lo sono posto eccome il problema di cosa potesse significare questo
per Linda e Luca.
Non mi sono fatto strumentalizzare: questo è un film che racconta le sofferenze
dei figli degli esiliati e, nel mio caso, hanno voluto mostrare
l'impegno e la gioia che mettiamo nel rapporto con Luca e Linda.
Una certa nostalgia come per un viaggio finito.
Un certo dispiacere nel sapere che in ogni caso il film non aggiusterà il passato.
Però credo di aver fatto bene a partecipare con la mia testimonianza.
Raccontare quant'è dura la vita per i figli degli esiliati
e tutti i problemi che questo comporta mi pareva avesse un valore.
Il solito anonimo mi chiede nella solita maniera sgarbata
se non mi sono posto il problema di esporre Luca e Linda
ad una cosa più grande di loro e mi dice anche che io mi sono fatto strumentalizzare.
Me lo sono posto eccome il problema di cosa potesse significare questo
per Linda e Luca.
Non mi sono fatto strumentalizzare: questo è un film che racconta le sofferenze
dei figli degli esiliati e, nel mio caso, hanno voluto mostrare
l'impegno e la gioia che mettiamo nel rapporto con Luca e Linda.
domenica 2 febbraio 2014
Un film su di me, su di noi.
Una piccola troupe cinematografica in casa.
Quattro giorni di riprese da mattina a sera con noi quattro.
Un regista, un cameraman, un fonico, luci e microfoni.
Siamo parte di un film.
Una ventina di minuti del film saremo noi.
Io, la mia storia, Linda, Luca e Maria Carla.
Ero stato contattato quattro anni fa da un regista uruguayano
per far parte di un film documentario
che racconta la vita ed i problemi dei figli degli esiliati.
Avevo accettato perchè il regista mi era sembrato simpatico
e perché il film era dedicato ai figli degli esiliati e la cosa mi pareva singolare e mi toccava.
Non sapevo se il progetto sarebbe mai andato in porto
e non ci contavo più di tanto.
Poi qualche mese fà la conferma definitiva: "veniamo a gennaio a filmare".
E cosi per quattro giorni ci siamo ritrovati
un fonico che ci mette microfoni nascosti nei vestiti e ci segue col microfono giraffa,
un cameraman che mette luci e filma e le nostre attività,
un regista che ci dice in che zona muoversi,
ci da il segnale per l'inizio della scene,
ci chiede di ripetere quando qualcosa non va.
Quando avevo accettato
non avevo pensato al lato cinematografico della faccenda.
Avevo pensato solo al fatto che ci sarebbe stata
un'intervista su quello che è stata la mia infanzia ...
C'è stato anche quello ed è stato importante.
Magari continuo a raccontare domani.
I bimbi in tutto questo sono stati eccezionali.
Hanno accettato la situazione e si sono divertiti.
______________________________
Scene girate.
___________________________
E' stato molto impegnativo psicologicamente (non solo emotivamente)
perché far funzionare tutto con due bambini di due anni
è un impresa non facile.
I bimbi tuttavia hanno raggiunto una fase di fiducia e voglia di far bene
che fa tenerezza e per questo li adoro.
ciao bimbi,
a domani,
guzman.
Quattro giorni di riprese da mattina a sera con noi quattro.
Un regista, un cameraman, un fonico, luci e microfoni.
Siamo parte di un film.
Una ventina di minuti del film saremo noi.
Io, la mia storia, Linda, Luca e Maria Carla.
Ero stato contattato quattro anni fa da un regista uruguayano
per far parte di un film documentario
che racconta la vita ed i problemi dei figli degli esiliati.
Avevo accettato perchè il regista mi era sembrato simpatico
e perché il film era dedicato ai figli degli esiliati e la cosa mi pareva singolare e mi toccava.
Non sapevo se il progetto sarebbe mai andato in porto
e non ci contavo più di tanto.
Poi qualche mese fà la conferma definitiva: "veniamo a gennaio a filmare".
E cosi per quattro giorni ci siamo ritrovati
un fonico che ci mette microfoni nascosti nei vestiti e ci segue col microfono giraffa,
un cameraman che mette luci e filma e le nostre attività,
un regista che ci dice in che zona muoversi,
ci da il segnale per l'inizio della scene,
ci chiede di ripetere quando qualcosa non va.
Quando avevo accettato
non avevo pensato al lato cinematografico della faccenda.
Avevo pensato solo al fatto che ci sarebbe stata
un'intervista su quello che è stata la mia infanzia ...
C'è stato anche quello ed è stato importante.
Magari continuo a raccontare domani.
I bimbi in tutto questo sono stati eccezionali.
Hanno accettato la situazione e si sono divertiti.
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Scene girate.
- Giorno 1.
- Io e Maria Carla al mercato.
- Luca che simula un cantiere insieme a me
- e contemporaneamente Linda che disegna e gioca con la mamma.
- I bimbi che fanno merenda.
- Parkour in casa tra cassoni e cassapanche con salti e strilli.
- Giorno 2.
- Lunga intervista a me. (La voce dell'intervista farà da guida e sottofondo a tutte le scene).
- Io con un album di foto di me bambino.
- I bimbi che provano a "cucinare".
- I bimbi che mangiano.
- Maria Carla che fa il bagno ai bimbi.
- I bimbi che si asciugano i capelli, si vestono, leggono un libro.
- Giorno 3.
- (Dopo tanta pioggia, riprese in esterno): Passeggiando e giocando a:
- Santa Maria Novella, Piazza della Repubblica, Duomo, San Lorenzo.
- Io al computer.
- Al laghetto della fortezza.
- Giorno 4.
- Di nuovo Santa Maria Novella e strade adiacenti.
- Gelato in via del corso.
___________________________
E' stato molto impegnativo psicologicamente (non solo emotivamente)
perché far funzionare tutto con due bambini di due anni
è un impresa non facile.
I bimbi tuttavia hanno raggiunto una fase di fiducia e voglia di far bene
che fa tenerezza e per questo li adoro.
ciao bimbi,
a domani,
guzman.
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