I bimbi hanno compiuto 3 anni.
E' tempo di lasciare andare la parola bimbi e cominciare a chiamarli bambini.
"Ciao a dopo" ti dicono quando li lasci a scuola
ed insieme alla gioia di vederli prendere sicurezza nel mondo
ti arriva pieno il fatto che sono ormai bambini.
Tutto
Abbiamo condiviso tutto in questi anni con loro.
Gli spazi, i tempi, le attività.
Abbiamo giocato, viaggiato, fatto acquisti e lavoretti, visitato posti e persone.
Pianto, riso, dormito, saltato, gioito.
Tutto, sempre insieme a loro.
Adesso ciascuno sta prendendo poco per volta i suoi spazi ed i suoi tempi.
Eravamo dell'idea che fosse importante stare con loro
in questi primi anni.
Forse c'era anche un nostro bisogno si stare con loro (e non riesco a farmene troppo una colpa)
ma sentivamo anche una forte loro esigenza di sentire qualcosa
di stabile e sicuro su cui poggiare tutto quello che verrà dopo.
Eravamo ligi al pensiero che un bambino sa da solo quando è il momento di separarsi
e comincia allora a chiederlo.
C'era stato, è vero, il nido l'anno scorso,
tre ore di distacco ogni mattina, ma psicologicamente
il vero distacco è arrivato adesso.
Voce in capitolo
Abbiamo dato voce in capitolo ai bimbi su tutto.
Per quanto folle possa sembrare abbiamo dato loro
voce in capitolo in molte delle decisioni quotidiane:
dove andiamo, cosa facciamo, cosa mangiamo, che libro compriamo, ...
Tavolta questo ha creato dei problemi
(come nel caso di Luca che per un anno ha voluto usare solo 3 magliette)
ed ha messo noi in condizioni a volte impossibili.
Il terzo anno di vita dei bimbi è stato
un anno di accordi, contrattazioni, discussioni, decisioni.
Noi speriamo (!!!) che questo nostro aver dato loro ascolto il più possibile,
ripagherà in futuro: i bimbi hanno acquisito sicurezza ed identità
e tutti abbiamo imparato a dialogare e rapportarsi con gli altri.
Forse, più di ogni altra cosa, questo abbiamo fatto:
imparare a stare insieme, imparare ad ascoltare,
imparare a sentire le esigenze altrui.
Spesso durante l'anno mi chiedevo:
che senso ha quello che sta succedendo?
che senso hanno tutte queste discussioni
e tutto questo loro fissarsi su qualunque cosa?
Perché non passare le giornate semplicemente a giocare allegramente?
Adesso capisco un po' meglio,
la comprensione della realtà umana viene prima di tutto
ed è per un bambino molto più interessante ed importante
che semplicemente passare le ore con i giocattoli.
La porta del bagno
Dicevo cha abbiamo condiviso tutto.
Beh, ecco, ...
Per problemi tecnici (mancanza di tempo, un tumore, ...)
non abbiamo ancora comprato la porta del bagno (provvederemo presto),
ma questo fatto è stato anche utile.
I bimbi sono sempre venuti a vedere cosa fa uno in bagno
(e talvota sono andati anche a curiosare cosa fanno gli ospiti)
ed è così che hanno imparato (ormai da tempo) a fare pipì e popò in bagno.
Hanno guardato, chiesto, indagato a lungo e poi hanno cominciato
ad usare il water da soli.
Hanno invece sempre rifiutato il vasino.
Adattatori
Per qualche motivo siamo sempre stati contrari agli adattatori:
tutto ciò che serve ad adattare il mondo degli adulti al mondo del bambino,
che serve a simulare il mondo degli adulti,
che serve per comodità agli adulti senza considerare le esigenze del bimbo,
che serve a contenere il bimbo.
Adattatore per il water, vasino, seggiolone, sdraiette, seggiolino per la macchina,
passeggino, riduttore per il letto, box, letto con le sbarre, bicchiere con tappo,
rotelle per la bicicletta ...
Forse, lo ammetto, siamo troppo estremisti ma dietro a questo
estremismo ci sono i seguenti pensieri.
Il bambino ha il suo modo di stare al mondo, secondo i suoi spazi, le sue misure,
la sua visione sull'uso ed il senso degli oggetti.
Chiedere al bambino di adattarsi lo costringe a fare le cose seconde modalità non sue
ancor prima di aver potuto provare a trovare la sua strada.
Ciò che un bambino usa deve essere fatto per il bambino
e non per la comodità dell'adulto.
Meglio far adattare l'adulto:
ci stanno finché interessa loro.
Mangiare
Da sempre abbiamo lasciato che i bambini mangiassero quello che volevano
(tra quello che c'è) e quanto ne volevano.
Ed erano liberi di andare via da tavola quando volevano.
Ci sono stati, all'inizio (ormai due anni fa quasi), momenti in cui ci chiedevano
se non stessimo facendo un disastro,
ma come ci hanno detto anche esperti di psichiatria infantile:
mangiare è un fatto del tutto personale,
il bambino sa benissimo gestirlo da solo.
Funziona.
Figura umana
Dicevo in un altro post che Linda disegna delle figure umane.
Eccone due:
Le "scritte" sotto alla figura umana sono, nell'idea di Linda, l'elenco degli invitati al suo compleanno |
ciao,
guzman.