lunedì 22 dicembre 2014

Secondo e Terzo Anno.

Tre anni. Tre anni difficili. Abbiamo affrontato difficoltà enormi in questi tre anni
Abbiamo affrontato un primo anno in cui la prematurità si è fatta sentire
come irrequitezza, bisogno enorme di conferme, notti insonni sempre.
Noi abbiamo messo tutto il nostro impegno psico-fisico ma abbiamo spesso raggiunto
livelli di stanchezza che non credevo esistessero.
Nel secondo anno è arrivata l'oppositività dura (che ancora riemerge con una certa frequenza)
e la ricerca estenuante di una dialettica.
Con il secondo anno è iniziato anche un profondo lavoro interno
da parte nostra. Il secondo anno richiama per qualche motivo l'adolescenza
(autonomia, primi passi, ...) e ci ha costretti a rivedere quello che è stata la nostra adolescenza:
curare i fallimenti dell'adolescenza è un lavoro profondissimo a cui i bimbi ci
hanno costretto e ci costringono tutt'ora.
Il terzo anno dei bimbi è stato ancora un anno di fatica e dolore.
L'asilo nido (di mattina) è stato un impegno grande per i bimbi:
da un lato il nido li ha fatti aprire verso il mondo, dall'altro ha richiesto
loro uno sforzo enorme le cui conseguenze hanno poi costantemente riversato su di noi.
Il terzo anno è stato anche l'anno del mio tumore
che ha complicato tutto oltremisura e mi ha costretto ad affrontare
il passato ancora più a fondo.

Eppure. Eppure qualcosa abbiamo fatto.
Abbiamo lottato sempre per proteggere una ricerca
che tendesse a dare spazio alla realtà interna dei bimbi,
al loro linguaggio fatto di posture, corpo ed immagini.
Abbiamo lottato per fare un lavoro che cercasse una risposta di contenuto umano
da dare ai bambini. Piuttosto che dare una risposta solamente materiale e perciò anafettiva.

Adesso. Dopo tre anni di fatica estrema ci sembra di cominciare a vedere
che qualcosa abbiamo fatto. Qualcosa abbiamo protetto.
E forse non abbiamo fallito.

Forse abbiamo protetto il contenuto umano, l'identità, la vitalità, lo spessore
dei bambini. E ci sembra di cogliere tutto ciò nei loro gesti, pensieri, movimenti e parole.

Io e Maria Carla siamo matematici di formazione
ma forse teniamo più agli aspetti umani che a quelli logici.
Così facciamo anche in classe quando insegniamo a scuola
e la cosa bella e strana e che poi questo fa si che ai ragazzi
piaccia la matematica.



ciao,
guzman.



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