lunedì 17 settembre 2012

Lo Schiacciasassi. Appunti 31.


Tornare buoni: Lo Schiacciasassi.
Sempre qui. A comporre i cocci. Così speravo.
Ma i bimbi sono uno schiacciasassi che tutto frantuma e tutto frustra.
Non c'è spazio per i cocci, non c'è spazio per i vetri.
Il biberon di vetro mi rimase fra i denti e nacque la rabbia.
La rabbia persiste negli anni. La rabbia diventa anche odio.
Poi la cura. Lunga cura. Ma la rabbia persiste finché arriva lo schiacciasassi.
Lo schiacciasassi che tutto frantuma ed in particolare la rabbia.
La suzione andò bene quando ero piccolo, pensò.
Ma lo svezzamento fallì. Avvenne la sparizione, feci la sparizione.
Sparirono pezzi di affetto e con esso pezzi di identità.
Adesso mi servono, mi servono proprio per stare con i bimbi.
Ed allora butto via tutto il resto.
Accetto il fango.
Accetto la tempesta. Tempesta umorale. Tempesta pulsionale.
Accetto la critica, gli errori, il vento e la bufera.
Accetto la colpa ... e perdo per questo di nuovo l'identità.
Riprendo il filo ... ed accetto soprattutto lo schiacciasassi,
perché è massiccio, innegabile e forte.
Mi lascio schiacciare. Qualcosa uscirà.
Ho lasciato tutto per strada negli anni, ma qualcosa uscira spero.
E poi scrivo ancora. Queste parole sconnesse per chi vuole seguirle.
Queste parole frantumante dallo schiacciasassi.
E qui è dove sono arrivato ... Non faccio promesse a me stesso.
Credo solo che il bimbo buono che ero nel primi anni di vita
sarà felice di giocare con lo schiacciasassi e reggerà al nuovo perturbante assetto
che la situazione impone.


Il gigante
Per alcuni mesi mi ero sentito un gigante agli occhi dei nostri bimbi.
Ero una specie di gigante buono e sconosciuto.
Poi i bimbi sono cresciuti, abbastanza velocemente,
ed io ho affrontato molte questioni psicologiche che avevo lasciato irrisolte da anni, decenni.
Cosi l'immagine del gigante è un po' sparita.
E forse va bene così.

Il tempo si dilata.
Con i bimbi il tempo si dilata.
Le giornate diventano lunghissime e densissime.
Le giornate iniziano al più tardi alle 7:00 e finiscono alle 9:00 ma non del tutto,
perché dopo cena cerchiamo di prenderci del tempo per noi e poi ...
poi inizia la notte e le poppate (tetta o biberon) notturne.
Non ci sono tempi inutilizzati.
Scrivere nel blog serve anche a quello:
a tenere traccia del tempo.
[E, come sempre, vorrei scrivere di più,
ma non è facile trovare il tempo per tutto ...
davvero, non è facile per niente].



Reattività.
Con i bimbi la reattività è tutto.
A volte ciò che sembra un problema enorme si risolve in poco tempo
se si ha la forza, il coraggio, la voglia di essere reattivi appena si capisce il problema.
I bimbi sono molti disposti a crescere, cambiare, trasformare le proprie situazioni.
Siamo noi adulti ad essere refrattari, inerti, lenti.



Senza seguire le tradizioni. Senza seguire le identificazioni.
Con i nostri bimbi stiamo provando un percorso difficilissimo
o che comunque tale risulta per noi:
andiamo a tentativi e cerchiamo la nostra strada.
Quando possiamo leggiamo qualcosa e setacciamo le varie possibilità.
Molte altre volte andiamo a tentoni e ci facciamo guidare
dalle reazioni dei bimbi e dalle nostre stesse sensazioni.
E' duro. E' faticoso. E' pieno di errori e tentativi.
A volte può anche risultare scoraggiante quando non si azzecca il modo giusto
di affrontare qualcosa.
Però siamo un po' testardi. Vogliamo cercare la nostra strada,
vogliamo capire i perchè.
Talvolta ci prende il pensiero che seguendo più semplicemente quanto
indicato dalle tradizioni, e dai modi consueti con cui la nostra cultura tratta i bimbi,
avremmo fatto i bimbi più felici.
Poi però vince la testardaggine di voler andare a vedere se davvero e così come dicono tutti.
Forse c'è il pensiero che la nostra cultura non sia delle migliori in quanto
a trattamento dei bambini.
Forse c'è anche il pensiero che cercando le strade insieme ai bimbi, e sbagliando insieme a loro,
i bimbi possano imparare di più.
Forse, e soprattutto, c'è il pensiero che seguire le tradizioni
sia rinunciare a cercare la propria identità di rapporto.
Seguire le tradizioni e farsi un'identità dell'identificazione.
...
Poi ci assalgono tanti dubbi e crisi ...



Barba !!!!
Quando mi faccio la barba (e magari anche i capelli corti corti) 
Luca mi guarda stupito per un po':
non ha dubbi nel riconoscermi,
ma resta a meditare su cosa sia successo
che mi ha fatto cambiare l'aspetto.
Poi in un minuto si abitua alla nuova immagine e non ci pensa più.
E' curioso, è ganzo, questo fatto.



Al parco ... pochi piccoletti ...
Come ho già detto, andiamo tutti i giorni al parco giochi, due volte al giorno. 
Osservo che sono pochi i genitori che portano i bambini con meno di un anno al parco.
C'è forse il pensiero che non sia utile, divertente, sano, stimolante per i piccoli.
I bimbi con meno di un anno che frequentano il parco sono 4 o 5 (Luca e Linda compresi),
mentre quelli di 3 anni sono moltissimi.
Io trovo che il parco sia divertente, stimolante e sano anche per i piccoli.
Luca e Linda ci vanno sempre molto volentieri:
si mettono in piedi sulle corde, si buttano nello scivolo (si, lo sanno fare, di pancia),
vanno sull'altalena, si aggrappano ad altri giochi, strisciano ovunque alla ricerca di foglie e gessi colorati, osservano a lungo cosa fanno i bimbi grandi e quando possono ci interagiscono.

Strisciare.
Forse i genitori non portano i bimbi al parco perché
strisciando per terra si sporcano tanto ...
Per non parlare di quando si mettono la terra ed i gessi in bocca ...

Camminare.
Molti genitori ci tengono a far camminare i loro piccoli al più presto.
Io e Maria Carla non siamo interessati alla cosa: cammineranno quando verrà il momento.
Forse i quei genitori c'è il pensiero che si è davvero esseri umani
quando si cammina e si parla.
Gattonare, strisciare, emettere suoni senza parlare ...
sono cose da animali.



Apprendimenti.
Riporto qui, in maniera un po' casuale e certamente non esaustiva,
alcuni degli apprendimenti di Luca e Linda degli ultimi mesi.
- Luca, ed un po' anche Linda, si porta gli oggetti dietro la nuca con una mano
e cerca di afferrali con l'altra. Oppure, con corde e bastoni, porta l'oggetto dietro
la nuca tenendolo con entrambe le mani e poi lo riporta davanti.
- Sia Luca che Linda tirano talvolta un cagnolino giocattolo per il guinzaglio.
- Luca indica gli oggetti ed usa l'indice per premere, grattare, rovistare nei buchi. Linda accenna ad indicare.
- Luca sfila gli anelli infilati in un palo.
- Linda sa passare da seduta a sdraiata e vicersa. Luca solo da seduto a sdraiato.
- Luca e Linda sanno mettersi in piedi se trovano dove arreggersi.
- Luca sa strappare in due pezzi fogli e foglie.
- Sia Luca che Linda capiscono senza dubbi svariate parole: luce, semaforo, cielo, autobus, albero, lampione, macchina, bicicletta, campanello, porta, scale, pappa, si esce, ....
- Linda e Luca strisciano i gessi per terra per fare dei freghi, lo fanno per imitazione degli altri bambini.
- Linda prova a gattonare ...
- Luca e Linda cominciano a battere le mani.


Per tutti i primi mesi i bimbi sono stati molto limitati nelle possiblità di movimento.
Gli oggetti che comparivano e scomparivano davanti ai loro occhi costituivano
la fonte maggiore di interesse. E questo comparire e scomparire abituava anche al concetto di tempo.
Adesso è invece chiaramente il concetto di spazio a farla da padrone:
capire cosa possono fare con il loro corpo ed esplorare luoghi sconosciuti
sono diventate le attività principali.
Linda in particolare e molto lanciata in questa direzione
ed è cosi eccitata dalle possibilità che intuisce che la notte
te la trovi che cerca di mettersi in piedi aggrappandosi al mobile accanto al letto.



Analisi di un oggetto.
Sia Luca che Linda, quando hanno un oggetto per le mani (sia da seduti che da sdraiti)
eseguono lunghe ed accurate analisi dell'oggetto stesso.
Fanno parte dell'analisi i seguenti passi:
osservare l'oggetto da tutti i lati passandolo di mano i mano e facendolo
ruotare grazie alla rotazione dei polsi,
battere l'oggetto sull'altra mano,
battere l'oggetto in terra,
strisciare l'oggetto in terra,
scuotere l'oggetto nell'aria per vedere se fa rumore,
portare l'oggetto alla bocca da varie angolazioni scegliendo i punti più stretti
che meglio entrano in bocca.



Spazio e tempo.
Il tempo e legato alla fantasia di sparizione:
ciò che c'era non c'è più, l'istante che era ... non è più.
Lo spazio e legato alla vitalità:
sono vitale e quindi mi muovo.



Algebra, geometria .... e topologia.
In conseguenza di quanto appena detto si può dire che
i numeri, e quindi l'algebra, essendo legati al concetto di tempo
sono a sua volta legati al concetto di fantasia di sparizione.
Mentre la geometria, che studia gli oggetti nello spazio,
è quindi legata al concetto di vitalità.
Ma mi verrebbe tuttavia da pensare, o quanto meno invetigare,
se per la precisione non sia il concetto di topologia
ad essere ancora più strettamente legato al concetto di vitalità.
La topologia studia le proprietà degli oggetti che sopravvivono alle trasformazioni dell'oggetto stesso.
La topologia porta quindi con sè un concetto di trasformazione e di movimento.
La geometria studia oggetti statici e risulta meno legata al concetto di vitalità
(per questo a scuola è meglio affrontare la geometria dinamica con programmi
come Cabri o Geogebra ...).

Mi lascio altri argomenti per il futuro ...












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