mercoledì 26 dicembre 2012

Pedala pedala ...

Non so.
"E' difficile spiegare, è difficile capire, se non hai capito già".

Le cose ed i fatti si ammucchiano e si confondono.
Le cose dette e non dette.
Le cose fatte e rifatte.

Le cose si ammucchiano e confondono come avviene in casa
con Luca e Linda.
Ma mi è sempre sembrato di cogliere che c'è un ordine
nel disordine che Luca e Linda creano, almeno per loro.
 Ed allora cerchiamo di dare un ordine a questo post.

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Abbiamo fatto un anno di impegno estremo, quasi sovraumano.
Abbiamo dato tutto quello che potevamo.
E sembrava che stavamo andando bene.

Poi sono arrivate le crisi.
Per tanti motivi, tutti validi e profondi.
Il malessere di Linda. Il mio passato. Il passato di Maria Carla.
E tutto si confondeva, e non si capiva qual'era l'origine e la causa prima delle crisi.

Abbiamo provato a tenere duro.
Ma non è stato possibile.
Sono arrivate crisi ancora più dure.

Ho scritto meno.
Non riuscivo ad essere lucido.
Le poche energie cercavo di usarle per Luca e Linda
ed in ogni caso sentivo che dovevo rendere conto solo a loro.
Sentivo anche, e questa è stata forse la salvezza,
che le crisi stesse le affrontavamo per il bene di Luca e Linda,
per non portarci per sempre con noi scheletri e fantasmi del passato
nascosti negli armadi e sotto i tappeti.
Era l'ultima occasione di liberarsi di fardelli enormi.

Non ho mai apprezzato chi evita le crisi
e risolve i problemi con l'annullamento.
E' facile annullare i problemi umani perché tanto non si toccano,
ma non è annullandoli che si risolvono. Anzi, annullandoli crescono.
Come bambini non ascoltati che si ammalano di più.

Così, volenti o nolenti, le crisi sono arrivate, sono durate
e ci hanno sbattuti come scialuppa in tempesta.

Non era più chiaro se sarebbero finite, e come.

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Ma poi da sole le cose si sono calmate
ed hanno preso forma e senso.

Due sono i pensieri possibili riguardo agli esseri umani:
uno che dice che gli esseri umani nascono sani e vitali,
l'altro che dice che il dentro degli esseri umani è un covo di mostri
pronti a divorare, distruggere, uccidere, confondere e fare del male a tutti.

Se si crede al secondo pensiero, se si teme il dentro mostruoso degli uomini,
l'unica soluzione difronte ai problemi umani e contenere i problemi stessi
e autocontrollarsi. Impossibile pensare ad una cura, ad una trasformazione,
alla possiblità di trovare dentro di se la soluzione ed il buono.

Se si crede al primo pensiero, ossia che gli esseri umani nascono sani e vitali,
allora difronte ai problemi umani è possibile pensare alla cura ed alla guarigione:
affrontando il problema e lasciando emergere il dentro profondo
dovrebbe tornare la calma e la vitalità spontanea.

Non è cosi facile, ci vogliono anni se non decenni talvolta.
Ma è possibile.

Solo oggi mi sono reso conto che il significato vero delle crisi passate
era quello di fidarsi fino in fondo di se stessi
e vedere dove si andava a finire: distruzione o guarigione.

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La verità è che l'ho sempre saputo
ma non riuscivo più a trovarne conferma:
la natura umana e spontaneamente vivace e vitale,
se solo la si lascia emergere senza contenimenti.

I bimbi mi hanno costretto ad una prova di coraggio estrema.
Mi sono messo a nudo in questo blog.
Ho raccontato di me.
Ho fatto le cose senza più sapere.Ho camminato alla ceca, come piace tanto a Luca quando andiamo nelle cantine buie.

Ho cercato le radici profonde del malessere.
Per estirparle.

Adesso so di esserci riuscito.
Non sono parole vuote.

So di esserci riuscito.
 
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Le crisi rappresentavano il coraggio di andare a vedere
se è vero che ci sono solo mostri.
Di andare a vedere cosa sono questi mostri quando ci sono.
E li ho visti. Li ho stuzzicati.
Si sono arrabbiati.
Li ho stuzzicati ancora.
Hanno mostrato denti di odio.
E li ho stuzzicati ancora ...
... e mi hanno detto con voce spettrale che oltre a loro c'era solo il vuoto e il nulla.

Ed io sono stato nel nulla ad aspettare.
Ad aspettare me stesso.
Il me stesso di quando ero bambino.
Il me stesso di quando ero sano.
Il me stesso di qunado ero buono.

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Non ho visto arrivare nessuno.
Per parecchio tempo.

Ma poi, piano piano,
mi sono reso conto che non c'era nessuno da aspettare
e che non c'era nessuno a cui rendere conto.

Quel ragazzino buono che ero,
sono di nuovo io.

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Ci vorrà forse del tempo,
perché tutto si assesti.
Ma l'immagine antica della sanità e della vitalità
è ritornata a farsi sentire spontaneamente nei gesti e, soprattutto, nei sogni.

E non c'è cosa più bella che sentire
il proprio io che ti racconta belle storie nei sogni.







Appunti 36.

Massimo Fagioli.
Noi sarei mai riuscito a tenere una rotta in tutti questi anni
se non fosse stato per la prassi, la cura, gli scritti e le parole dello psichiatra Massimo Fagioli.
Non voglio entrare qui nella discussione di chi è e cosa fa Massimo Fagioli.
Il mio pensiero è che è uno psichiatra geniale che ha dato nascita
ad una psichiatria non fallimentare che si rapporta
con precisione con la realtà interna degli esseri umani.
A chi interessa segnalo il suo libro "Bambino, donna e trasformazione dell'uomo".

Pochi spazi per i bimbi.
Nelle città ci sono pochi spazi pensati per i bimbi.
Specialmente per l'inverno e per i giorni di pioggia.
Ci sono i parchi per l'estate e per l'inverno quando non piove
ma nelle giornate piovose invernali è difficile andare da qualche parte.
Ad essere onesti Firenze è fortunata ed alcuni spazi ce li ha:
qualche ludoteca e biblioteca aperta anche a bimbi piccoli
ma si tratta comunque di spazi rari.
Quando proprio non sappiamo cosa fare io e Maria Carla
portiamo Linda e Luca in qualche grande negozio
e li sguinzagliamo per terra a gattonare, liberi di fare quello che vogliono.
Dopo che hanno fatto abbastanza casino e si sono divertiti a sufficienza
ce ne andiamo lasciando i danni dietro di noi.
Abbiamo rotto qualche tazza e qualche libro all'Upim
e qualche altro libro alla libreria Edison (che adesso ha chiuso).

Credo che se gli spazi per bimbi, bambini, ragazzi, adolescenti,
sono pochi nelle città, è perché c'è poco investimento su di loro
e soprattuto poco interesse ed investimento sulla socialità.

Pochi no.
Con i bambini cerchiamo di ridurre al minimo i "no" che imponiamo.
I cassetti della cucina: No, perché ci sono cose pericolose e ci si può fare male.
La ringhiera della scale: No, perché si può cadere di sotto e ci si fa tanto male.
Gli occhiali del babbo: No, perché sono delicati e costano tanto.
Questi sono i No che imponiamo. Nessun altro.Il resto delle cose si può fare più o meno tutto.
Magari uno sta attento che non prendano una forchetta o un coltello
però non gli impediamo di prendere il piatto della pappa e ficcarci la faccia dentro.

Il risultato di questo approccio, suggerito dai migliori dottori,
è che i bimbi si fidano e sono in generale ben disposti ad ascoltarci
perché non ci vedono come limitanti ma anzi come fonte di occasioni di crescita.

Un paio di mesi fa Luca e Linda insistevano per toccare le lampadine accese.
Io ho provato a dire: no, brucia.
Ma l'effetto era di maggior interesse.
Alla fine ho lasciato che Luca e Linda toccassero la lampadina accesa:
si sono bruciati (appena) ed hanno pianto.
Ho temuto che avrebbero perso la fiducia:
al contrario, hanno aumentato la fiducia nei confronti degli adulti,
hanno imparato che le lampadine accese bruciano,
hanno imparato la parola "brucia"
ed adesso chiedono sempre prima di toccare qualcosa perché non vogliono bruciarsi.

[Proprio oggi sia Luca che Linda hanno imparato
che anche le lampadine spente possono bruciare
perchè hanno voluto toccare una lampadina subito dopo che l'avevano spenta].


Un anno a tenere duro.
Un anno a tenere duro.
Adesso so che era utile.
Abbiamo fatto ogni genere di sforzo in quest'anno.
Ed in certi momenti non era più chiaro se tutto questo era stato utile.
Adesso mi è chiara una cosa:
non so quanti dei nostri sforzi sono stati utili a Linda e Luca,
ma so che tutti quegli sforzi sono stati utili a me ed a Maria Carla
perché adesso il ricordo di quanto fatto
ci da la fierezza, la forza e la sicurezza di averci provato fino in fondo.

Poi, penso, molte delle cose fatte assumeranno significato anche in quello
che Linda e Luca sono
ed avverto che già lo stanno assumendo.






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