lunedì 30 marzo 2015

Astrazioni.

Astrazioni.

Negli anni 1980 dopo un attento lavoro di ricerca teorica ed empirica si arriva ad un forte ripensamento riguardo alla corrente bourbakista ed in particolare riguardo all'adeguatezza di un'acquisizione diretta da parte dei bambini di concetti e strutture matematiche astratte.
Nel 1987 nella stessa Francia di Bourbaki il Ministero dell'Educazione emana una circolare nella quale è scritto senza mezzi termini che “i simboli dell'insiemistica sono fuori dai programmi, come ogni nozione riguardante gli insiemi”.
L'idea di proporre ai bambini astrazioni matematiche già elaborate senza che essi possano giungervi da soli nega la capacità di organizzare la mente da parte del bambino. Possiamo riassumere quanto stiamo dicendo con una figura:


Passare attraverso i propri pensieri, i propri errori, i propri tentativi rende al bambino la verità della metà raggiunta. Dare ad ogni bambino il tempo di cui necessita perché la sua mente giunga a cogliere le idee sulle quali si sta lavorando fa si che i concetti raggiunti vengano giustamente percepiti come propri perché saranno frutto di una propria elaborazione personale che seguirà tempi e modi del tutto personali. Anche nel caso che il bambino non riesca a cogliere tutte le idee sulle quali si sta lavorando avrà comunque colto l'importanza di provare a pensare ed elaborare nuovi concetti in autonomia. L'insegnamento della matematica dovrebbe essere innanzitutto abitudine a pensare. L'insegnamento della matematica dovrebbe sottolineare in maniera estrema l'importanza del processo del pensiero piuttosto che la meta, la regola, il risultato. Da questo punto di vista l'insegnamento della matematica nelle nostre scuole mi sembra ancora molto indietro.
Nella mia esperienza personale ho sempre trovato che è difficile trovare ragazzi a cui non piace la matematica se la matematica è gioco del pensiero.
Torneremo su questi aspetti quando avremo maggiori strumenti per difendere le nostre posizioni teoriche.



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