domenica 11 novembre 2012

Un passo avanti - Tanti appunti - 34



Michelangelo
In questo primo anno ho lavorato a levare.
Levare da me stesso gli strati di identificazioni malate.
Mi ci ha costretto Linda.
Con frustrazioni continue.
Levare. Come diceva Michelangelo: bisogna levare per trovare la scultura nascosta nella pietra.
E' li che attende. C'è sempre.

Analisi
E' possibile fare analisi
recependo le frustrazioni a cui sottopone un bimbo ?
Non so se sia giusto, penso di si, in ogni caso così è stato per me.
Ho fatto analisi, tanta analisi, di me stesso,
delle mie dinamiche, della mia realtà interna.
Ho fatto analisi e ho affrontato la malattia del passato
ascoltando i momenti in cui i bambini frustrano
i nostri modi di fare.
Non è facile, bisogna avere estrema fiducia nella loro sanità.
Ed allo stesso tempo bisogna continuare ad essere presenti,
totalmente presenti, alle loro esigenze.
Qualche sbavatura c'è stata,
ma alla fine credo che in qualche modo
fare questa analisi fosse anche un modo di rispondere alle loro richieste.
Potevo fare finta di nulla.
Potevo tirare a dritto.
Potevo fingere.
Mi è venuto invece naturale rischiare.
Buttarmi in una destrutturazione totale
per poi forse provare a rimettere i cocci.


La schiena insieme
Ci siamo fatti la schiena insieme.
Io e Linda.
Ho imparato e tenere la schiena ben diritta
per portare Linda con me e mostrale il mondo,
per affrontare il mondo.


Si è rinforzata la mia schiena. Come non mai.
E mentre io tenevo,
Linda raddrizzava la sua.
Si apriva piano piano.
Alzava la testa.
Alzava gli occhi.

Ci siamo fatti la schiena insieme.


Dietro la nuca
Linda, come Luca, porta gli oggetti con due mani dietro la nuca.
Proprio nel punto dove non possiamo vedere.
Il punto dove c'è il vuoto se le separazioni avvengono con annullamento.
Il punto che invece si riesce ad immaginare se le separazioni avvengono con affetto.

C'è un chiaro nesso tra scoprire la nuca
e non fare le separazioni con annullamento.
Se le separazioni avvengono con annullamento, senza ricordo, senza affetto ...
allora il punto dietro la nuca diventa il posto dei fantasmi e non lo si riesce più a raggiungere.
Se le separazioni avvengono con ricordo ed affetto ...
allora il punto dietro la nuca diventa un posto immaginabile a cui è possibile accedere
anche se non si vede.

Il volto, in prima approssimazione, nei sogni e nella fantasia dei neonati
è un triangolo: occhi-bocca.
Se si riesce a scoprire il punto dietro la nuca
il volto assume una terza dimensione, diventa un tetraedro:
occhi-bocca-pensiero.

Le espressioni del volto non sono maschere.
Sono appunto modalità di espressione del pensiero invisibile che c'è dietro.


Lo spazio adulto

Nel mio comportamento mi faccio totalmente guidare da ciò che mi va.
Inutile gestirsi e diventare razionali, perché in tal caso si diventa anche astratti.

Da mesi io e Maria Carla abbiamo vissuto per terra:
gattonando, strisciando, rotolandosi, mangiando, dormendo ... nello stile dei bimbi.
Gattonavamo insieme a loro, scoprivamo il mondo insieme a loro.

Da un po' di tempo, abbiamo notato, abbiamo ripreso, un pochino,
a camminare.
Ed il motivo è che i bimbi, adesso che stanno in piedi,
hanno scoperto lo spazio adulto e vogliono vederlo:
cucina, tavolo, pranzo, sedie, ... e noi che camminiamo.

Topologia
La topologia è la branca della matematica che studia le proprietà
delle figure che non dipendono dalla loro forma e dalle misure.
Per esempio: una sfera continua ad avere un dentro ed un fuori
anche se la si deforma, la si stira, la si allunga, la si contorce.  Purché non la si rompa.

La topologia è di gran lunga più importante in matematica della geometria.
Ed a scuola se ne fa poca solo perchè i programmi sono vecchi e stupidi.

Ebbene. I bimbi di 1 anno fanno molta più topologia che geometria.
Sono per esempio in grado di farsi una mappa della casa:
una mappa topologica e non geometrica.
Sono sicuro che queste sono per loro le mappe delle case di via Panicale e via Angelico:
Non hanno nessun interesse per loro le misure.
Quel che conta sono le connessioni tra le camere, come in una mappa del metro.

I bimbi di un anno cominciano a lavorare con i concetti di dentro e fuori
giocando con cestini, scatole, anelli da infilare. E anche questi sono concetti topologici.

(Luca in particolare ha capito la parola "dentro"
e se gli si chiede di farlo mette le cose dentro al cestino).

Negativismo
Ci dicono, i libri, che il secondo anno è l'anno del negativismo:
i bimbi tendono, in certi momenti, a vedere le cose in maniera negativa.
Si arrabbiano, si piccano, si impuntano, strillano.
Pare che sia collegato al fatto di camminare e di trovare una prima importante indipendenza.
Pare anche che se questa fase non c'è, le ripercussioni sono peggiori negli anni successivi.

Non so perché ma la cosa non mi spaventa.
Anzi mi incuriosisce.
E cenni di negativismo credo che si avvertano già.
_____

Ora che ci penso mi viene da collegare il negativismo al pensiero:
"Io rifiuto quindi sono; so dire no!".

Il "no" che nasce voltando la testa per rifiutare la poppa o il biberon
quando non se ne vuole più ... diventa il "no" della separazione
per la ricerca dell'indipendenza.


Riconoscere linee
E' incredibile la capacità dei bimbi di riconoscere figure.
Una macchina può essere disegnata nel peggiore dei modi
eppure loro la riconoscono.
Credo, e non è un pensiero mio, che la capacità di astrazione che porta a riconoscere
l'oggetto anche quando raffigurato con poche linee
sia collegata al concetto di separazione.
Le separazioni ben riuscite definiscono la propria identità,
in primis come linea di demarcazione da tutto ciò che è altro.
Questa linea della mente diventa poi linea sul foglio:
il primo segno diritto che disegniamo [e non ditemi che si scrive senza i]
e l'immagine di noi stessi. Come "I" in inglese o come la "I" di io.

Sempre qualcosa in mano
Da mesi e mesi i nostri bimbi hanno sempre qualcosa in mano.
Non c'è momemto della giornata che non stiano manipolando un qualche oggetto.
Questo è anche uno dei nostri metodi per cambiarli:
basta dargli qualche oggetto da studiare che cambiarli diventa molto più semplice.
Ultimamente l'attenzione sta passando dagli oggetti ai meccanismi
per cui dobbiamo trovare oggetti più interessanti da dare loro durante i cambi.

Meccanismi
Dicevo.
Ultimamente l'attenzione dei bimbi sta passando dai semplici oggetti ai meccanismi.
Per mesi hanno manipolato e ciucciato ogni tipo di oggetto.

La lingua, le labbra, la bocca e le mani sono state allenate duramente per mesi.
Hanno ciucciato e manipolato di tutto.
Credo che questo abbia un grande valore.
Sanno capire se un oggetto è duro o morbido, ruvido o liscio, sottile o spesso, ...
E tenendo piccoli gli oggetti in bocca hanno imparato anche a controllare i movimenti della lingua.

Adesso cercano invece di capire come funzionano gli oggetti:
scatoline, ganci, cerniere, ...

Mi è venuto allora naturale provare a classificare alcuni tipi di meccanismi
con i quali giocano:

- oggetti che ruotano intorno a un asse
- oggetti che si spostano su ruote
- bottoni che, elettricamente, azionano qualcosa
- pulsanti che se premuti fanno, meccanicamente, ruotare o muovere qualcos'altro
- cerniere di porte o cerniere di libri con pagine grosse
- cerniere lampo
- oggetti che si incastrano tra loro come i pezzi del lego. Sia Linda che Luca hanno imparato a sganciare i pezzi del lego e provano a riagganciarli.


In questa attenzione per la topologia e per i meccanismi ci vedo anche
l'insorgenza delle capacità logiche.

Dualismi
Sta nascendo anche l'interesse per i dualismi:
dentro-fuori, acceso-spento, si-no, do-prendo.

I mostri
Avevo scritto tempo fa una cosa sulla scuola.
La rimetto con un motivo preciso:
La classe è un mostro.
La classe si muove, respira, si agita, chiede, esige, si arrabbia, si calma, si gira, si rigira, si contorce, accetta, si rifiuta, si divincola, ... e poi ancora: la classe pensa, intuisce, approva, disapprova, lavora, ride, ascolta, scopre, dice di si, dice di no. La classe è un mostro strano, con molte teste, con molte bocche, con molte braccia. La classe è un mostro strano; se lo liberate può fare cose strane. Io penso: la classe è un mostro strano ma bello ed intelligente; non ho paura a dargli spazio.


Mi veniva in mente di parafrasarlo così:

I bambini sono mostri.
Il bambino si muove, respira, si agita, chiede, esige, si arrabbia, si calma, si gira, si rigira, si contorce, accetta, si rifiuta, si divincola, ... e poi ancora: il bambino pensa, intuisce, approva, disapprova, lavora, ride, ascolta, scopre, dice di si, dice di no. Il bambino è un mostro strano, con tanti pensieri, con tanti interessi, con molte braccia. Il bambino è un mostro strano; se lo liberate può fare cose strane. Io penso: il bambino è un mostro strano ma bello ed intelligente; non ho paura a dargli spazio.
i bambini come mostri, disegno di Samuele


Non sta bene !!! 
Sono molte le azioni che non vengono lasciate fare ai bimbi;
spesso con la scusa dell'igiene o del pericolo
ma in realtà con il pensiero che tali azioni non stia bene farle.

Rotolarsi per terra, non sta bene.
Mettere le foglie in bocca, non sta bene.
Giocare col fango, non sta bene.
Mettere i gessi in bocca, non sta bene.
Sporcarsi i vestiti, non sta bene.
Stare scalzi, non sta bene.
Strisciare per terra, non sta bene.
Piastricciare con il mangiare, non sta bene.
Arrampicarsi al lampione, non sta bene.
Mettersi la terra sulla testa, non sta bene.
Salire lo scivolo al rovescio, non sta bene.
Correre in piazza, non sta bene.
...

Poi un giorno ...
i genitori che hanno imposto per bene tutte le loro regoline,
fanno una scoperta tragica.

Il bimbo non sta bene.

Senza contenimenti
Con Luca e Linda abbiamo scelto una strada un po' estrema:
fare tutto, o quasi, senza contenimenti.
Vogliamo che siano liberi di fare e muoversi come vogliono.

Quindi niente seggiolone, niente sdraiette, niente lettino con sponde,
niente ovetti (andiamo in autobus), niente vasche speciali per il bagno, ...

La pappa per esempio si fa su una tovaglia incerata per terra
(visto che ancora non sanno sedersi su una sedia)
e sono liberi di iniziare e smettere quando vogliono.
Ci sono stati momenti difficili con la pappa,
specialmente per noi genitori
ma poi, anche grazie al supporto dei dottori,
abbiamo continuato ed abbiamo visto che funziona.
L'atto del mangiare è una scelta loro che devono poter gestire liberamente.
Più fiducia gli si dà e meglio vanno le cose.
Ovviamente sono anche liberi di usare le mani
e fare esperimenti ...

Il letto invece è un materasso per terra e sono liberi di andare a dormire
o di uscire dal letto quando vogliono.

Ovviamente questo comporta un'attenzione maggiore
ma pensiamo che dia loro la possibilità di imparare molto.

Non solo. L'idea di contenere i bambini
richiama troppo l'idea di contenere i mostri interni
o comunque l'idea di adeguare i bambini alla comune razionalità.
Capisco ovviamente che si debba stare attenti a che i bimbi
non si facciano male.
Ma non credo ci sia nessun mostro da contenere:
l'irrazionalità e la fantasia dei bimbi è sanissima.

Ancora su negativismo e contenimento
Il negativismo di cui parlavo prima si collega anche
alla richiesta dei bimbi di ricevere presenza psicolgica dai genitori.

La richiesta di presenza arriva forte e chiara.
Ed ogni sbavatura viene vista come una carenza.

Quindi più che contenimento, credo,
si deve proporre presenza psicologica, lucidità, conduzione.

Manipolazioni
Vediamo avvolte genitori che manipolano i bimbi con l'intento
di ottenere un preciso gesto o comportamento dal bimbo.
Manipolare il corpo di un bimbo, muovergli le mani o le braccia
credo sia errato. I bambini imparano da soli: per tentativi o per imitazione.
Non per manipolazione.

Saper aspettare
Via via che Luca e Linda migliorano le loro abilità nello stare in piedi,

mi rendo sempre più conto quanto sia errato non lasciare che un bimbo impari a camminare da solo.
Lasciandoli fare da soli hanno modo di mettere a punto
decine di movimenti ed abilità. Vedo arricchire il loro repertorio ogni giorno,
impossibile descriverlo.
Si tratta di un processo bellissimo:
dalle prime volte che tentano di alzarsi arretti ad un sostengo,
a quando cominiciano a tentare di camminare appoggiati ad un muro,
a quando stanno in piedi per un pochino da soli ...
a quando .... (lo devo ancora vedere).

La nostra giornata in questo periodo
7:30 sveglia
7:30 - 10:30 giochi e libri
10:30 - 11:30 nanna
11:30 - 12:00 pappa
12:00 - 14:00 giochi al parco
14:00 - 14:30 si va in via panicale (dove ci trasferiremo a breve)
14:30 - 15:30 giochi in via panicale
15:30 - 17:00 nanna
17:00 - 17:30 pappa
17:30 - 18:30 giochi in via panicale
18:30 - 19:00 si torna a casa
19:00 - 20:30 giochi e libri a casa
20:30 - 21:00 addormentamento
21:00 - 7:30 nanna con due o tre biberon di latte.

Pensare troppo
A volte ho paura di pensare troppo.
Di diventare troppo razionale.
Considerate per esempio che nonostante tutto quello che ho scritto oggi
il mio elenco di appunti di cui vorrei trattare è ancora lunghissimo.
Però, quando i pensieri fluiscono lisci e lucidi, so che pensare è sano.
{Questo appunto è un metapensiero, è questa nota è un metametapensiero ...}

Ilaria
Mi scrive Ilaria, mia alunna di 4 anni fa:
Ciao Guzman! Vedo con piacere che i tuoi bambini sono bellissimi e tu e Maria Carla siete stuupndi!!
Oggi ho rivisitato il tuo blog, perchè?
Facendo i miei compiti a casa, mi é capitato un testo da scrivere, in cui mi si chiede di parlare e di descrivere di un professore incontrato nel mio percorso scolastico che abbia arricchito in modo particolare la mia umanitá. Ecco, io ho scritto di te. Ho scritto di quanto sia stato bello passare un anno studiando la matematica come ce la insegnavi tu, di quanto ti piacesse spiegarci le cose e di quanto fosse bello imparare la matematica anche giocando, come si sa io non sono mai stata una cima in matematica e non mi era nemmeno mai piaciuta, ma quell'anno, mi è piaciuta davvero. Hai arricchito la mia umanità perchè mi hai insegnato che anche quello che non ci piace fare, facendolo in modo diverso dal normale può piacere, e ti ringrazio e ti ringrazierò sempre per questo! Un bacione a tutti, tu maria carla e gli splendidi gemellini! Ilaria.
Ciao Ilaria. Grazie mille.

Crisi 2 giorni prima
Ci capita spesso di essere in crisi, come genitori,
per qualcosa comportamento che vorremmo vedere e che invece non c'è.
La cosa curiosa è che di solito le crisi arrivano
2 giorni prima che compaia il comportamento desiderato.
Probabilmente lo avvertiamo arrivare inconsciamente !
Mi pare interessante, bello e curioso come fatto.


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E con questo megapost mi sono tolto un po' la voglia di provare
a mettere per iscritto vari pensieri. Niente foto nuove però.






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