lunedì 13 febbraio 2012

Appunti 23.



Non avevo mai visto i giapponesi litigare per strada.
Questo è un evento di 3 mesi fa.
Erano le nostre prime uscite con i bimbi.
Erano ancora molto minuti.

Passeggiavamo per strada quando un giapponese
scorge le due testine in mezzo alle nostre maglie:
"waaaa taaaa, tsugoi!!!" esclama a voce alta (o qualcosa del genere).
Via via gli altri membri del gruppo guidato
cominciano a girarsi ed a fare esclamazioni a voce alta: 
"ahhhh" "ohhhh" "tsugoi" "waa taaa shhi waaa ..." *

Finché insesorabilmente uno di loro prende la macchina fotografica
e fa il cenno di scattare rivolgendosi a noi come a chiedere permesso.
Io e Maria Carla, divertiti, acconsentiamo ....

E' stata la fine.
Quindici minuti, letteralmente quindici minuti,
di foto ininterrotte.
Hanno iniziato con foto normali a una certa distanza.
Poi si sono avvicinati con le macchine fotografiche.
Poi hanno cominciato a voler entrare nella foto.
Noi stupiti abbiamo cominciato ad abbracciarli per la foto
e siamo entrati in un giro senza fine ...
Sulle prime sorridevamo per la foto
ma ben presto abbiamo finito per ridere a crepapelle
specialmente quando abbiamo visto i giapponesi
sgomitare ed insultarsi per ottenere il posto migliore da cui fare la foto
o il posto migliore per comparire nella foto.


Non avevo mai visto i giapponesi litigare apertamente.

E certamente non mi aspettavo che litigassero per fotografare noi.

Era una situazione davvero comica.
Per di più eravamo sul lungarno dove ogni poco passa un nuovo gruppo guidato,
per cui quando il primo gruppo, controvoglia, cominciava a diradarsi
e i membri del gruppo si allontanavano sorridendo e piegandosi per dire "denghyou",
ecco, in quel momento, arriva un secondo gruppo ...
E la scena riparte,
esclamazioni, foto, baruffa, incredulità nostra e loro ...
(non avevano mai visto bimbi cosi piccoli ed in fascia).
Noi ridiamo, ridiamo forte.
Ridiamo di loro.
Ma loro non se ne fanno un problema.
Scattano tutto.

Pagherei per avere le almeno 200 foto che hanno scattato in quei minuti.

Quando abbiamo visto in lontananza avvicinarsi il terzo gruppo ...
abbiamo salutato in fretta e furia e siamo scappati.


[* le frasi pesudogiapponesi nel testo potrebbero voler dire qualunque cosa,
so solo che tsugoi = ganzo].


Nomi scambiati.
Quando compare una nuova persona nel mondo
non è facile abituarsi subito alla sua esistenza.
La sua esistenza porta con sè tante immagini nuove
ma allo stesso tempo richiama tante immagini precedenti.
L'esistenza di una nuova persona
evoca nella mente associazioni, assonanze, ricordi.
Evoca automatismi e riflessi che avevamo associato
ad altre persone.
E' cosi che capita frequentemente di scambiare i nomi:
maria carla chima luca guzman,
io talvolta chiamo linda lally (che è il soprannome di maria carla)
e la stessa cosa avviene a chi ci viene a trovare.
La mente deve abituarsi a dire quel nome ...
Dirlo tutto insieme, senza titubanze, sembrerebbe troppo razionale.
E, si sa, la razionalità è perdita di rapporto.

Con le persone con i cani.
I giorni scorsi uscivamo anche col freddo
e ci trovavamo a camminare sul greto dell'arno,
che era meno ventoso di altri posti, 
insieme solo alle persone che escono con i cani.
Abbiamo trovato un addestratore con 5 border collie
(cani superintelligenti e superattivi),
tutti tranquilli ed allegri che passeggiavano senza correre insieme al padrone.

Voglio dire una banalità:
se la relazione è fondamentale per un cane,
figuriamoci per un bambino. 

Interruzione dei ritmi.
Talvolta capita che i ritmi soliti a cui siamo abituati in questo periodo
siano rotti da un qualche evento: un mal di pancia che fà saltare una poppata,
una voglia di dormire di un bimbo che lo fa sfasare rispetto all'altro,
una visita medica, ...
In quei casi, li per li, mi dispiaccio perché i ritmi danno calma a tutti, noi e loro.
Tre ore dopo mi accorgo che è inutile dispiacersi
perché i ritmi sono già ripresi e non c'è mai fine
al tran tran di cui necessitano i bimbi.

Colori.
Luca è blu.
Luca è blu per i suoi occhi.
Luca è blu perché è maschio.
Luca è blu per come è diventato calmo.
Luca è blu perché gli piace guardare il mare del colombre.

Linda è verde scuro.
Linda è verde scuro per i suoi occhi.
Linda è verde perché è calma e sicura.
Linda è verde perché è decisa.
Linda è verde perché gli piace correre e rotolare felice nei prati.





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