giovedì 26 gennaio 2012

Appunti 13.

Ancora una volta ...
piccoli commenti.
Durante la giornata sono decine i momenti
che uno vorrebbe catturare. Eccone alcuni.

Ma prima un po' di foto:
foto scattata da Margherita
foto scattata da Margherita
Un minuto di foto e di espressioni

Appunti 13.

"Attendo di uscire"
Dopo poppato,
nelle ore in cui sappiamo che Linda potrebbe stare male con lo stomaco,
usciamo a passeggiare con i bimbi nella fascia e tutto le passa.
Linda di solito si lascia mettere nella fascia
di buon grado
ma finché non si esce di dal portone del nostro edificio
resta vigile a controllare che si esca davvero.
Al primo passo fuori casa
si addormenta.

Dialogo allucinato di due mesi fa.
Riporto un dialogo avvenuto tra me e Maria Carla
un paio di mesi fa.
Io ero in cucina con entrambe i bimbi su di me.
Sottolineo entrambe.
I bimbi si svegliano ed io chiamo Maria Carla
che, per una volta, riposava in camera da sola.

io: Maria Carla !!! E' l'ora !!! Vieni !!!
mc: non posso muovermi, ho linda !!!!!!
io (ridendo tra me e me): vieni con lei !
mc: non posso, l'ho persa !!!!!!!!!!!!!!!!!!
io (ridendo tra me e me): dove l'hai persa ?
mc: nel piumone !!!!!!!!!!!!!!
io (per farle capire che non ha senso quello che dice): tuffati sul piumone !!
mc: non posso, senno la schiaccio
io: allora fai una capriola e buttati di pancia ...
mc: ma no la trovo, non c'è nel piumone !!!!!!!
io: dai, calmati ... non hai mai avuto Linda stamattina ... è qui con me.

Ci ripensavamo ieri per strada e ridevamo come grulli.

Apprendimento inconscio.
Ho la netta sensazione che i bimbi
siano stati stimolati a vocalizzare
stando vicino ai nostri volti quando li teniamo in fascia.
Anche se dormono
evidentemente sentono ed ascoltano
me e Maria Carla che parliamo per ore.

Più bimbi che figli.
So di averlo già detto.Ma lo avverto molto forte.
Mi sembra che il rapporto con i bimbi migliori
se li consideriamo appunto bimbi
piuttosto che figli.
Non so se sia normale o sano,

ma mi sembra che nel considerarli figli
si corre il rischio di dare il rapporto per scontato
perché sarebbe in certo senso dovuto o ovvio.
Nel considerarli bimbi e basta
il rapporto diventa qualcosa da costruire.
La fiducia è qualcosa da conquistare.

"Quand'era piccola"
L'altro giorno mi è scappato detto,
in maniera del tutto naturale,
"quando Linda era piccola ...".
Il fatto è che adesso mi sembra
molto più grande e matura rispetto a prima.
E, sia Luca che Linda, mi sembrano
molto maturi per avere 3 mesi e mezzo di età
e 2 mesi di età evolutiva corretta
(scontando cioè il mese e mezzo di prematurità).

Forma del blog.
Su ciascuno dei piccoli appunti che faccio
avrei voluto scrivere un lungo e dettagliato post.
Con emozioni, commenti, sfumature, sviluppi ...
Ma tutto corre veloce
e questa è la forma che ha preso il blog ultimamente.
E forse è bello anche così.

Sognare.
Immaginate di avere in testa solo immagini vaghe.
Solo concetti vaghi ... e senza nome.
Avete l'immagine vaga di una tetta,
di un essere simile a voi, di un'altro essere simile a voi,
del momento in cui arriva qualcosa da succhiare e passa il dolore allo stomaco ...
Tutte immagini imprecise e tutti oggetti senza nome.
Cosa e come sognate se siete bimbi e le cose stanno così?
Eppure è evidente che sognano. E tanto.
Ed i sogni sono pensieri.

Qualche mese fa.
Fino a qualche mese fà. Sette/otto mesi fà.
Andavo a lavorare a scuola.
Era difficile.
Era impegnativo.
Venticinque ragazzi per varie ore la giorno
con richieste diverse, esigenze diverse.
Mille problemi.
Mille questioni.
Migliaia di dettagli a cui stare attenti nel preparare le lezioni
ed ancora più dettagli nello stare in classe nel rapporto con i ragazzi.

Ora voglio dire due cose:
- Sono stato catapultato in un universo nuovo. Ventiquattr'ore al giorno.
- L'impegno di allora non era niente.

La tetta è proprietà.
Ho scritto tanto sulla tetta in passato.
Non ho detto forse che la tetta è anche proprietà.
Momentaneamente proprietà.
I bimbi l'abbracciano, la tengono, la stringono.
E non è solo per stimolare il latte.
Sembra anche essere senso di appartenenza.
"E' mia. La tengo con me. Finché mi va."

Assunto 1.
Il nostro assunto numero 1
è che le richieste di un neonato
non posson mai essere sbagliate.
Si nasce sani.
Senza nessuna malizia.
Senza nessuna malattia psichica.
Si nasce sani ma in condizioni di benessere molto basso
a causa delle difficoltà da affrontare: fame, sonno, dolori ...
Se un bimbo chiede qualcosa
ha una precisa ragione per chiederlo
ed è più capace di noi adutli nel valutare
che si tratta di una vera esigenza utile a crescere bene.
Ripeto: le richieste di un neonato
non sono mai sbagliate.
Rispondere alle richieste di un neonato è sempre sano.
Il difficile può essere capire cosa sta chiedendo.
Ma a tentativi col passare dei mesi ci si riesce quasi sempre.
Bisogna accettare di entrare nel loro mondo
fatto di nessi, di immagini, di sensazioni, ...
di sogni, di dolori, di sorrisi, ...








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