giovedì 27 ottobre 2011

Una donna che canta

Voglio parlare di nuovo del Meyer.
Voglio provare a raccontare una piccola grande immagine
per dire cosa è il Meyer.
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Immaginate la sala di terapia intensiva neonatale.
Immaginate le incubatrici, i macchinari, le flebo, i tubi, i monitor.
Immaginate le infermiere, le siringhe, le sonde, le attrezzature, i materiali.
Immaginate le allarmi ed i beep di vario tipo che sempre si odono fortissimi.

Immaginate ora i piccoli nelle incubatrici.
Cuccioli di uomo.
Esseri umani completi.
Con le loro percezioni ed i loro pensieri.
Non verbali, ma pensieri.

Immaginate poi i genitori vicino alle incubatrici.
La loro tensione.
Immaginate i loro volti, i loro sguardi.
Ci sono casi difficili.
Bimbi nati alla 26esima settimana o addirittura alla 24esima.
Bimbi piccolissimi che affrontano problemi fisici importanti.

Immaginate tutto questo se potete:
tensione, allarmi, spie, infermiere, ...

Ed in mezzo a tutto a questo:
una donna che canta con la chitarra.

Si, una donna messa li dal Meyer,
con una bella voce,
che suona e canta.

Il suo canto si diffonde chiaro e pulito in tutta la sala.


Sta vicino all'incubatrice di un bimbo nato due mesi fa di 26 settimane
che deve affrontare varie complicazioni.

Accanto all'incubatrice ci sono i genitori
che guardano fisso dentro l'oblò.

La donna canta.
Melodie dolci
con arpeggi gentili.
E sta li con loro, a lungo.

Io dall'altro lato della sala osservo la scena.
Penso agli esseri umani,
alla loro capacità di essere, appunto, umani.
Penso ai macchinari dai costi stratosferici.
Penso ai cuccioli di uomo nati da poco,
ed a tutto quello che gli uomini sono pronti a fare per difenderli.
Penso alle attrezzature.
Penso ai genitori li presenti.

Ma a un certo punto mi rendo conto
che non penso più,
le allarmi sono diventate un lievissimo sottofondo,
i macchinari sono spariti dalla mia visione,
le spie sui monitor smettono di lampeggiare furiosamente.



Si sentono solo il canto e gli arpeggi della donna.

La guardo ancora a lungo.
Mi lascio cullare.

Piango.

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guzman.

Luchino si è accorto che io sto facendo
qualcosa di strano li accanto a lui.





ciao,
guzman












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