venerdì 16 dicembre 2011

Lasciarsi andare

Poi l'irrazionalità finalmente ti travolge.
Non puoi più contrastarla.
E' il corpo che pensa per te.
E' il mondo che assume autonomamente signficato,
indipendentemente dalle parole.
E' la realtà nuda.
E' quel che è.

Devi finalmente rinunciare a te stesso,
al tuo io costruito,
al tuo io razionale, sociale, civile.
Devi rinunciare a tutto quel che pensavi di essere.
Devi rinunicare al tuo io fatto di parole pensate
per rischiare la vita psichica
in un mondo fatto di azioni.
Azioni agite e non parole pensate.

Devi saltare nel buio,
lasciarti andare,
sperare che il tuo io interno,
quello senza parola,
sia ancora là per salvarti
e per reggere il rapporto diretto con la realtà
e con altri esseri umani.


Tutto dipende da quanto sei disposto a rischiare,
da quanto sei disposto a fare senza sapere,
da quanto sei disposto a rinunciare.

L'identità del pensiero cosciente,
l'identità del pensiero razionale,
l'identità del pensiero verbale
sono inutili.
Assolutamente insufficienti.
Inadeguate.
Carenti.

Devi starci. Esserci.
Senza calcoli.
Senza conoscenza.
Quasi solo come presenza animale.
Con la certezza che animale non sei.
Con la certezza che il pensiero umano
c'è anche al di là del pensiero razionale.

La realtà psichica di due bimbi
è identità umana allo stato puro.
E' pensiero incoscio incontaminato.
E' sicurezza di idee.
E' impossibilità del vuoto mentale.

E non c'è nessun altro tipo di identità,
se non quella irrazionale,
che sia in grado di rapportarsi con la realta inconscia di due bimbi.

Devi buttarti.
Ritrovare l'io profondo.
Pulito, coerente, non dissociato.
L'io non bramoso del bambino sano
che sei stato.
L'io non rabbioso del bambino piccolo
che sei stato.

Devi lasciarti andare
e ritrovare il mondo interno
fatto di immagini che sono pensieri.

Non c'è scelta,
difronte alla proposizione di pensiero
di due bimbi piccoli.

Devi rischiare di cadere.
Devi rischiare tutto.



ciao,
guzman.




Nessun commento:

Posta un commento